«Dobbiamo arrivare a vendere un rene perché lo Stato si accorga di noi?»

Arrendersi o combattere? È questo il dilemma che quotidianamente devono affrontare gli imprenditori italiani. Quando le banche ed Equitalia li mettono con le spalle al muro, conservare la lucidità necessaria a prendere la decisione più giusta (o comunque meno autodistruttiva) è difficile. Così, per attirare l’attenzione di un’opinione pubblica sempre più distratta, spesso serve un gesto provocatorio e di rottura. Come annunciare di dover vendere un rene per sopravvivere ai propri debiti. È successo a Silvio Buttiglione, l'uomo di origini pugliesi residente a Montesilvano (provincia di Pescara). “Inseguito” da un istituto di credito, ha visto mettere all’asta più volte la casa in cui viveva. Finora però, nessuno ha comprato. Di fatto, si tratterebbe di una liquidazione visto che l’immobile vale 250.000 euro, circa il doppio del prezzo base della vendita. 
 
Fortunatamente Silvio Buttiglione non è solo. Infatti, al suo fianco si è schierato da tempo il Movimento Cinque Stelle. Nei giorni scorsi l’imprenditore ha inoltrato la richiesta di sospensione e improcedibilità, incassando il sostegno del parlamentare Andrea Colletti, e del consigliere comunale di Pescara Massimiliano di Pillo. L’obiettivo è ottenere dai creditori il permesso di pagare il debito attraverso una raccolta fondi.
 
 
 
Commosso, ma agguerrito l’uomo. «È meraviglioso vedere tutta questa gente al fianco di una ad una persona che fino a ieri era sola e abbandonata dallo Stato. Questa è l’Italia che ci vorrebbe e questi sono gli italiani che servirebbero per il cambiamento. Lo Stato non fa altro che emarginare le persone come me che poi si isolano e arrivano a pensare al suicidio. Ogni giorno si suicidano delle persone. È arrivata l’ora di dire basta. Facciamo qualcosa per chi si toglie la vita».
 

 

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