Più facile per i crediti trasformarsi in pignoramenti

Hai un debito con il Fisco? 

Decreto_Legge_Pignoramenti

Nel futuro prossimo potrebbe essere più facile perdere la casa e vederla assegnare a questo. 

Infatti nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto legge che, sommandosi all’ultima Legge di Bilancio, costituisce una sorta di una manovra correttiva e ha fissato a 120mila euro il tetto minimo necessario a procedere tramite pignoramento immobiliare.

Qual è l’attuale disciplina della materia?

A oggi non è possibile per l’Agenzia di Riscossione iscrivere l’ipoteca su un immobile se il credito vantato non raggiunge 20mila euro. Inoltre, per procedere al vero e proprio esproprio devono essere decorsi sei mesi, e la cifra, come pure il valore dell’immobile da pignorare, al netto delle passività, deve essere maggiore o uguale a 120mila euro.

Non può essere pignorata (ma comunque ipotecata) la prima casa, ovvero l’unico luogo di proprietà del debitore, se è registrata come abitazione civile.

Cosa cambia con la manovra correttiva 2017

Da qui in avanti basterà che il totale dei beni immobili posseduti, sia maggiore o uguale a 120mila euro per effettuare l’esproprio. Insomma, di fatto è stata abbassata la soglia che consente al Fisco di intervenire, in quanto il tetto previsto non riguarda più il singolo bene.

Quando il pignoramento scatta anche se sei in regola…

giustiziaLe norme più stringenti in materia non tutelano, comunque, automaticamente il cittadino neppure nel caso in cui questo saldi tutti i propri debiti. 

Un nuovo, sconcertante, in tal senso, episodio di cronaca arriva da Latina, dove, nei giorni scorsi, una coppia di Sezze, Anna e Paolo, si è incatenata presso il Palazzo del Giudice di Pace. Per i due si prospetta la vendita all’asta della casa in cui vivono in quanto la concessionaria presso cui avevano acquistato un’auto è fallita e ora i creditori vogliono recuperare la cifra già da loro pagata a una finanziaria.

Il debito contestato ad Anna e Paolo ammonta a circa 2.000 euro, importo relativamente modesto se si pensa che per questo rischiano di vedersi portare via una casa di tre piani con annesso terreno su cui si trova un frutteto. E al danno si aggiunge la beffa, dato che l’auto era stata, nel frattempo, restituita alla concessionaria, in quanto non era stato possibile perfezionare il passaggio di proprietà.

La coppia possiede i bollettini che certificano gli avvenuti pagamenti, ma nonostante ciò, nel 2015, il Giudice di Pace li ha condannati a versare nuovamente i 2.000 euro, maggiorati di interessi e spese accessorie. Ciò ha consentito al curatore fallimentare di ottenere un decreto ingiuntivo, diventato operativo nelle scorse settimane.

Anna e Paolo hanno inoltrato ricorso, e il responso è atteso per il 17 maggio.  Nel frattempo però i due non escludono altre azioni per sensibilizzare chi è chiamato a decidere sull’assurdità della vicenda

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La redazione