Prestiti personali, basta banche. Arriva il social lending!

Hai bisogno di un finanziamento ma non vuoi più avere niente a che fare con gli istituti di credito? Il social lending (in italiano: prestito tra privati) può essere la soluzione. Infatti, dopo essere “sbarcato” nel nostro Paese qualche anno fa, si è diffuso a tal punto, da essere diventato un modello finanziario con caratteristiche ben definite.

Le ragioni del successo del social lending sono molteplici. Tanto per cominciare, ciascuno decide liberamente come investire i propri soldi e si possono richiedere prestiti per qualsiasi progetto. Inoltre, i tassi applicati sono in media più bassi del 2% rispetto a quelli bancari, in quanto creditore e contraente entrano in contatto diretto grazie a Internet, azzerando le spese di intermediazione. Così, chi mette a disposizione la liquidità ottiene un guadagno soddisfacente, e chi la riceve non sostiene gli onerosi costi che richiederebbe una banca.

Ma come funzione il prestito tra privati? Il servizio viene erogato da società accreditate, vigilate da Banca d’Italia, che comunque hanno predisposto un sistema per tutelarsi dall’eventuale insolvenza dei debitori. Questi ultimi inoltre, al momento in cui presentano richiesta, sono classificati in base al livello di affidabilità, come fanno le banche. Perciò, se l'indice è basso, gli interessi salgono, in modo da ricompensare in proporzione il rischio assunto da chi ha messo a disposizione la liquidità.

Il tasso da applicare è fissato attraverso una sorta di asta on line. Quindi, chi presta il denaro indica la percentuale di guadagno che intende ottenere, e attraverso questo meccanismo si può ottenere un prestito in tempi abbastanza brevi. I creditori non conoscono il nome del debitore, ma possono visualizzare on line tutti i dettagli relativi al suo progetto. L’aspetto emozionale, insomma, resta centrale quando si parla di social.

Quali sono gli operatori del settore in Italia? Zopa è stata la prima, e, dopo la sospensione da parte di Bankitalia ha riaperto con il nome di Smartika, cui si è aggiunta, due anni fa, Prestiamoci, di cui parleremo nei prossimi giorni nella seconda parte del nostro approfondimento. 

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