Tassi da usura, banca condannata

Un prestito di 50 milioni di lire “trasformato” negli anni dalla banca in un debito di 100 mila euro. Per la Corte d’Appello civile di Genova, applicando con “dolo oggettivo” tassi da usura nei confronti del cliente, un orefice sanremese. Per questo motivo, i giudici hanno sanzionato l’istituto di credito, Banca Carige, e disposto che il commerciante potesse estinguere il suo debito pagando solamente la somma corrispondente al capitale residuo dovuto alla stessa banca. Quindi “a tasso zero”. E la cifra finale, da 100mila euro, era scesa a 35mila.
 
La vicenda viene resa nota dall’associazione a tutela dei consumatori “Sos utenti Liguria” , di cui è presidente Antonio la Rocca, lo stesso orefice che ha combattuto contro la Carige. «Tutto inizia nel settembre 2001, quando ricevetti un decreto ingiuntivo da parte della banca, in base al quale avrei dovuto far fronte al mio debito.
 
Il prestito in questione mi era stato concesso negli anni ‘90, per 50 milioni di lire; l’istituto di credito, calcolando interessi, spese e tassi vari aveva fatto lievitare la cifra a 100 mila euro. Il saldo di conto corrente passivo indicato dalla banca nel decreto ingiuntivo, firmato da un docente di Diritto pubblico, attraverso una prima consulenza tecnica d’ufficio era poi risultato usuraio; pertanto, la Corte d’appello aveva ordinato una seconda consulenza per determinare l’esatto dare-avere e ricalcolare gli interessi non dovuti».
 
A quel punto, la Carige aveva rinunciato a procedere con l’ingiunzione, e La Rocca, come detto, aveva saldato il dovuto, senza le cifre “aggiunte” dall’istituto di credito, grazie all’applicazione del cosiddetto “tasso zero” in virtù del riconoscimento del dolo oggettivo da parte della Corte d’Appello.
 
Ma com’è possibile che una banca abbia applicato tassi usurari? «A scoprire il meccanismo è stato proprio il gruppo di lavoro di Sos Utenti - prosegue La Rocca - capace di stanare l’usura nascosta per effetto di una falsa interpretazione della formula di calcolo, che ha visto la capitalizzazione degli interessi su un capitale, in pratica il calcolo degli interessi sugli interessi. Purtroppo, solo nell’ agosto 2009, quando la Banca d’Italia aveva emanato una circolare con la corretta formula computistico-matematica, era stato possibile scoprire tale retroscena».
 
La Rocca sottolinea ancora l’importanza del riconoscimento del “dolo oggettivo” nel comportamento della Carige. «È la seconda volta nell’arco di un anno, in Corte d’Appello civile di Genova, che una banca viene sanzionata per l’applicazione di tassi usurari, come previsto dall’articolo 1815 secondo comma, ossia il cosiddetto tasso zero. In futuro siamo certi che possa avvenire un cambiamento radicale del sistema, in modo che non vengano più consentiti tali abusi e che sia garantito, oltre ad un rapido riconoscimento del dolo oggettivo, anche un risarcimento del danno adeguato, e non meramente simbolico, alle vittime di questo genere d’usura. Parliamo di centinaia di risparmiatori e aziende che hanno contratto un mutuo con le banche, ma anche con società finanziarie, nei cui confronti vengono applicati, senza che lo sappiano e soprattutto possano scoprirlo, dei tassi più alti di quanto stabilito dalla legge».