AER pretende somme ingenti? Deve avere le prove

L’accusa penalmente rilevante di mancata fatturazione non può basarsi su semplici sospetti

Guardia-di-Finanza-frodeSi è pronunciata in questa direzione l’autorità giudiziaria, sollevando un imprenditore 50enne di Perugia non solo dalla spada di Damocle di un comportamento passibile di reato, ma anche dal pagamento di un milione di euro. Cifra peraltro lievitata nel tempo, considerando che in origine la pretesa del Fisco ammontava a circa 650mila euro. Il verdetto è stato condiviso anche dalla commissione tributaria.

All’origine di tutto, l’accusa di frode mossa all’imprenditore; questo, secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere avrebbe acquistato merce in modo illecito, senza cioè aver emesso regolari fatture. Erano seguiti controlli ad hoc presso l’abitazione e l’azienda dell’uomo, culminati con il sequestro di beni per l’ammontare della cifra ritenuta dovuta al Fisco.

Ciononostante nel 2014 e 2015 erano stati emessi ulteriori avvisi di accertamento che avevano fatto salire il presunto debito a un milione di euro.

La difesa aveva prodotto però in sede di giudizio la documentazione idonea a certificare la regolarità delle transazioni avvenute, vedendo riconosciute le ragioni dell’imprenditore, e contestualmente l’annullamento del sequestro dei beni.

La redazione