Anatocismo: attento a non passare dalla padella alla brace

Chi subisce illeciti bancari vorrebbe poter fare affidamento sulla testimonianza di chi c’è già passato. Solo così, infatti, si rompe il “muro”di vergogna e si trova la forza di rialzarsi. È possibile sopravvivere all’usura e all’anatocismo, questo il messaggio che Mario Bortoletto, imprenditore padovano, cerca di trasmettere. Lo ha fatto con “La rivolta del correntista” prima e con “Contro gli abusi delle banche” (Chiarelettere) ora.
 
«Il conto corrente è un’offerta volontaria per il mantenimento della vostra banca». Parola di chi lo ha provato sulla propria pelle. Nel libro Bortoletto ripercorre la sua vicenda e raccoglie le storie di altre vittime. 
 
I guai, per l’imprenditore padovano, sono cominciati sette anni fa, quando all’improvviso le banche gli hanno intimato di rientrare da alcuni affidamenti. Se non l’avesse fatto, sarebbe stato iscritto in Centrale Rischi. «Ho passato notti insonni. Poi ho studiato, ho fatto fare delle perizie sui conti e ho scoperto che non avevo alcun debito, ma crediti cinque volte superiori a quello che mi chiedevano. E contrariamente al tasso che dichiaravano di applicarmi, pagavo il doppio, anche il 25% d’interessi, usura pura».
Così, Mario Bortoletto ha deciso di fare causa a tutte le banche con cui ha avuto a che fare. Finora su otto procedimenti ne ha vinti quattro, recuperando più di 300.000 euro.
 
Informarsi, studiare le carte e, se necessario, seguire le vie legali per vedere riconosciuti i propri diritti. Queste, in breve, le “dritte” fornite dall’imprenditore padovano. Attenzione però agli squali che popolano le torbide acque degli illeciti bancari. 
 
«l rischio è che, per difendersi dai ladri, si finisca sotto gli avvoltoi”. Io starei alla larga da chi chiede cifre esorbitanti per le perizie e da chi propone di firmare contratti onerosi con percentuali del 25-30% sulle somme eventualmente recuperate. Diffidare anche da chi suona il campanello per vendere perizie come se fossero aspirapolvere».  
 
 

 

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