Bancarotta imprese, il 2014 è l’anno dei record
17.02.2015 11:32
Contraddittorio. Così può essere definito, in una parola sola, l’anno appena concluso. Lo stato di salute delle attività produttive in Italia è altalenante. A rilevarlo è Cerved, attraverso l’osservatorio periodico su procedure e chiusure di imprese. Accanto a timidi segnali di ripresa della fiducia, emergono infatti elementi di preoccupazione.
Contraddittorio. Così può essere definito, in una parola sola, l’anno appena concluso. Lo stato di salute delle attività produttive in Italia è altalenante. A rilevarlo è Cerved, attraverso l’osservatorio periodico su procedure e chiusure di imprese. Accanto a timidi segnali di ripresa della fiducia, emergono infatti elementi di preoccupazione.
Nel 2014 sono chiuse 104.000 aziende per i motivi più disparati (fallimenti, procedure concorsuali non fallimentari, liquidazioni volontarie). Di queste, circa 5.000 nel periodo da settembre a dicembre, registrando un +7% rispetto all’analogo periodo del 2013. Si tratta del dato peggiore dal 2001.
Boom dissesti, ma diminuiscono le liquidazioni volontarie
I fallimenti hanno toccato quota 15.000, segnando un deciso incremento (+11% circa), che rappresenta il record dell’ultimo decennio.
Le procedure non fallimentari si sono invece significativamente ridotte (-16,4% rispetto al 2013). In calo anche le liquidazioni volontarie (-5,3% a fronte delle 90mila circa di due anni fa).
«Il 2014 presenta, accanto ad aspetti negativi, anche elementi incoraggianti. La crescita record dei fallimenti e le conseguenze sull’occupazione riflettono l’onda lunga della crisi, dovuta a più di sei anni di recessione e debolezza economica. D’altra parte, il calo delle liquidazioni volontarie è il termometro di un ritorno di fiducia da parte degli imprenditori che fa ben sperare per i trimestri a venire». Così commenta i dati Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved.
