Bergamo: imprenditore paga IRES ma AER continua a battere cassa

Davanti ai debiti con il Fisco

Debito_Con_Il_FiscoNon tutti reagiscono allo stesso modo. C’è chi, per paura d’incappare in drastiche conseguenze e/o per onestà e senso civico, senza battere ciglio decide di pagare. Altri invece, per sfacciata consapevolezza d’impunità o, al contrario, per una grave situazione d’indisponibilità economica, non saldano l’importo pendente. L’aspetto più sconcertante e grottesco è rappresentato dal fatto che le sorti della prima e dell’ultima categoria, nel nostro Paese, spesso si sovrappongono.

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Così, capita che, nonostante si sia onorato il proprio debito con lo Stato, quest’ultimo torni a bussare alla porta. E la situazione è resa più caotica e ingarbugliata laddove nel frattempo si sia compiuto un passaggio di consegne, e quindi un “trasloco di competenze”, da un ente all’altro. A restare intrappolato nella tagliola burocratica, stavolta, è stato un imprenditore bergamasco, proprietario di una holding operante nel settore immobiliare.

Tutto è iniziato quando

A seguito di un’ispezione da parte delle Fiamme Gialle, è stato contestato il mancato pagamento dell’IRES (Imposta sul Reddito delle Società) per un totale di circa 10 milioni di euro. Da qui è scaturita una multa ovviamente da capogiro, il cui ammontare era di circa 14 milioni. Così l’imprenditore, difeso da uno studio legale che vanta un’esperienza consolidata nel settore fiscale, ha deciso che voleva vederci chiaro, e la Commissione Tributaria di Bergamo ha riconosciuto le sue ragioni. Conseguentemente il debito è stato sostanziosamente alleggerito (è sceso infatti a circa 900mila euro) e la sanzione – ancora suscettibile di ricorso - si è ridotta fino a un decimo della cifra iniziale. 

A settembre scorso il proprietario della holding corrisponde ad Agenzia delle Entrate Riscossione i 900mila euro dovuti, nella speranza di chiudere la controversia. Ciononostante, a fine mese l’ente gli notifica l’imminente iscrizione ipotecaria, cui segue, di lì a poco, l’intimazione di pagamento. A metà ottobre, poi, si perfeziona la procedura di pignoramento presso terzi.

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Legittimamente, l’imprenditore contesta ad AER che il debito è già stato saldato, avendo questa incassato la somma corrispondente. La risposta dell’ente è tanto laconica quanto sconfortante. L’intimazione è stata correttamente inoltrata, e il credito, dunque, è ancora da esigere. L'importo precedentemente pagato? In caso di errore si può chiedere un risarcimento tramite modello F24.

Comprensibilmente l’uomo ritiene di essere vittima di un circolo vizioso, probabilmente frutto dell’accavallamento di procedure scaturito dalla chiusura di Equitalia e dall’accentramento di nuove competenze da parte di Agenzia delle Entrate Riscossione. La pronuncia della Commissione Tributaria di Bergamo in merito sarà quindi molto importante, non solo per le sorti della sua holding, ma anche per definire quello che da qui a qualche mese potrebbe succedere ad altri contribuenti. 

La redazione