Cartelle esattoriali, il debito può essere peggio di un ergastolo

Quando Equitalia entra nella vita delle persone, l’effetto è spesso quello di un terremoto. Emblematiche, in questo senso, le storie di Anna Rita Zaccagnini di Prato e Armando Tognon di Bolzano. La prima fra pochi giorni abbasserà per sempre la saracinesca del suo negozio di fiori; il secondo ha ricevuto un’amarissima eredità dal fratello morto due anni fa: un debito di 44.000 euro con Equitalia.
 
«Se le tasse ti schiacciano, lavorare con passione non basta»
Come un figlio. Questo è stato per Anna Rita il negozio, che, si può dire, ha cresciuto per trent’anni insieme al marito. La malattia dell’uomo, tra il 2008 e il 2009 è stata quindi una vera batosta, sotto tutti i punti di vista. «A darmi il colpo di grazia è la Tasi, in pratica devo pagare 2.400 euro all'anno, pari a 200 al mese, che se si sommano ad affitto magazzino, debiti con Equitalia e bollette varie fanno spostare il bilancio nella colonna del passivo». Un ruolo “pesante” hanno giocato le cartelle esattoriali, che sono praticamente lievitate per l’applicazione di una mora di circa il 50%.
 
«Ho accettato l’eredità in buona fede. È stata la mia rovina»
Non ha fatto in tempo a godersi il riavvicinamento con il fratello Pasquale, che l’uomo si è spento per un tumore. E al dolore per Armando Tognon, si è aggiunta l’amarezza. Il congiunto aveva evaso i contributi Inps, Iva e Inail per sei anni, dal 1998 al 2004. Poi, ad aggravare ulteriormente il debito, ci ha pensato la mora. 
Mentre l’Acli a cui si era rivolto non è stata capace di fornirgli alcuna spiegazione, la sola persona su cui contare si è rivelata Silvia, un’impiegata dell’Agenzia di Riscossione.«Mi ha spiegato come fare a farmi almeno togliere gli interessi passivi. Se tutto va bene - ma i conti li ho fatti io - il debito scende da 44 mila a 27 mila euro...». Questo lo sfogo di Tognon.  «E se mi succede qualcosa? Da chi va Equitalia, da mia moglie? Da mia figlia?». Questa la sua angoscia più grande.
 

 

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