Circoli con auto targata Bulgaria? Per non pagare il bollo potresti trovarti in guai peggiori

La targa straniera, finora, era sinonimo di risparmio

Targhe-straniereIl Decreto Sicurezza appena approvato dal Senato, però, potrebbe cambiare significativamente lo scenario. I “ritocchi” ad alcuni articoli del Codice della Strada, infatti, introdurrebbero pene assai severe per chi tenta di eludere bollo e superbollo. All’orizzonte si profilerebbero non solo multe importanti, ma addirittura il sequestro del mezzo.

Il testo deve ora essere esaminato dalla Camera dei Deputati, e nel caso in cui ottenesse il via libera, si procederebbe a passi spediti verso la conversione in legge. In caso di modifiche, invece, dovrebbe essere nuovamente discusso dal Senato.

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Qual è la situazione ad oggi

Immatricolare l’auto all’estero ha significato finora per molti non pagare l’assicurazione italiana, e talvolta, “grazie” alle lacune di legge, anche schivare le multe, se non addirittura rinunciare anche alla copertura sottoscritta in un altro Paese. Il fenomeno riguarda soprattutto i veicoli immatricolati in Romania e Bulgaria, Germania e Svizzera.

La legge vigente consente di circolare sul territorio italiano con targa straniera per un periodo massimo di 12 mesi, trascorsi i quali è necessario registrare il veicolo nel nostro Paese, o condurlo all’estero. Invece, se si viene “colti in flagrante”, è prevista una multa compresa tra 84 e 335 euro; una cifra, questa, comunque esigua rispetto a quanto si dovrebbe pagare a titolo di bollo e assicurazione. 

Cosa potrebbe cambiare con il Decreto Sicurezza?

Nel caso in cui venisse approvato integralmente il testo discusso in Senato, sarebbero aggiunti alcuni commi all’articolo 93 del Codice della Strada. Nello specifico, chi avesse fissato la residenza in Italia da più di 60 giorni, non potrebbe utilizzare un mezzo immatricolato all’estero.

Una disciplina differente sarebbe dedicata alle auto in leasing, noleggiate o concesse in comodato d’uso a una persona residente in Italia da un’impresa europea che non abbia una sede secondaria effettiva nel nostro Paese. La circolazione sarebbe consentita a condizione che si abbia a bordo il documento firmato dall’azienda che riporti la data di stipula del contratto, e la finestra temporale entro cui l’automobilista può usufruire del veicolo.

Chi viene “pizzicato” sprovvisto del documento deve presentarlo entro un mese, e comunque è tenuto a pagare una multa compresa tra 250 e 1000 euro. Se non lo fa subisce anche il fermo amministrativo.

Allo scadere dei 60 giorni, se ancora il documento non è stato prodotto, il mezzo viene riconsegnato, ma scatta una seconda multa compresa tra 705 e 3526 euro.

Nel caso in cui si venga nuovamente “beccati”, è necessario consegnare targa e carta di circolazione, e farsi rilasciare un foglio di via per portare il veicolo all’estero. L’alternativa è procedere all’immatricolazione in Italia.

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