Credito di Romagna, condanna “soft” e assoluzioni per i reati più gravi

«Il fatto non sussiste». Questa è la formula, abusata a dire il vero, con cui si è chiuso a Forlì il processo di primo grado che vedeva sul banco d’accusa 15 imputati, tra cui amministratori locali ed esponenti del Credito di Romagna e dell’Istituto Bancario Sanmarinese. Quest’ultimo era stato commissariato ormai cinque anni fa per l’ipotesi di violazioni al regolamento di Bankitalia che però, proprio tempo fa, a seguito di alcuni accertamenti, aveva bloccato il provvedimento.

Un altro filone del processo ha invece portato alla condanna di alcuni amministratori del Credito di Romagna, e del Direttore Generale di Ibs, a cui è stata contestata la violazione dell’articolo 132 del Testo Unico Bancario, che impedisce a una banca italiana di avere affari con una sanmarinese. Gli imputati sono stati condannati a dieci mesi di carcere e 5.000 euro di multa. Tredici invece le assoluzioni, e tutte legate alle accuse più gravi (ostacolo alla vigilanza di Banca d’Italia e conflitto d’interessi).

 

 

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