Debiti: se ammontano a 1.000 o 2.500 euro liberartene sarà più facile

Come risolvere i problemi con il Fisco ed i buchi nelle casse dello Stato?

Con un colpo di spugna sui debiti di importo più basso, e con un drastico taglio della quota da pagare su quelli di importo medio. Si può riassumere così la strategia a cui starebbe lavorando il nuovo Governo per sciogliere i molteplici nodi riguardanti il funzionamento (e gli introiti) di Agenzia delle Entrate Riscossione.

Ecco, in dettaglio, quali sono le proposte vagliate dall’esecutivo guidato da Meloni.

Cartelle esattoriali: cosa cambia tra 1.000 e 2.500 euro

I debiti entro mille euro dovrebbero essere cancellati tout court, mentre quelli che arrivano a 2.500 dovrebbero essere saldati solo per il 20%, la più consistente parte restante verrebbe annullata. L’intento è chiaro: risolvere con un’unica azione, i problemi (e le angosce) dei contribuenti che spesso subiscono un contraccolpo pesante a causa di cartelle che sono materialmente impossibilitati a pagare, e consentire al Fisco di recuperare almeno una parte di crediti che altrimenti non si materializzerebbero mai.

E se il debito supera 2.500 euro? In questo caso il contribuente dovrebbe corrispondere l’intera somma con una maggiorazione del 5%, e la rateizzazione automatica per un periodo massimo di 10 anni.

Qualora invece dal debito NON sia ancora scaturita una cartella esattoriale, potrebbe esserci l’eventualità di avvalersi della formula 5+5. Il contribuente dovrebbe corrispondere anche una sanzione forfettaria pari al 5%, beneficiando contestualmente della rateizzazione automatica per un periodo massimo di 5 anni.

AER: i crediti sono un pozzo di San Patrizio

Il progetto di “gestione differenziata” delle cartelle esattoriale scaturisce dalla necessità di risolvere definitivamente l’incredibile mole di importi rimasti sospesi per anni. Attualmente circa 23 milioni di italiani hanno un debito con il Fisco, ma secondo stime della Corte dei Conti solo il 7% del totale può essere effettivamente incassato. E si parla di 1.100 miliardi di euro…

La redazione