Equitalia: i “sopravvissuti” spiegano perché non vale la pena suicidarsi

Storie di ordinaria follia burocratica, sono quelle che vedono protagonisti i contribuenti italiani in contrapposizione all’Agenzia di Riscossione. 

Talvolta all’origine di tutto ci sono cifre irrisorie. Ridicole, se si vuole, ma i malcapitati non ci pensano minimamente a ridere, perché sanno bene che una controversia, se persa, può rappresentare l’inizio della fine.

A Treviso, per esempio, un 70enne si è visto bussare alla porta da Equitalia. L’importo in sospeso sarebbe di 48 centesimi, derivanti da una multa pagata in ritardo 15 anni fa. L’uomo ha appreso dell’esistenza di questa pendenza solo qualche settimana fa. All’origine di tutto, un’infrazione al codice della strada compiuta l’8 gennaio 2001, e che gli era costata 120 euro.

I 48 centesimi, frutto del diritto di mora, potrebbero determinare il recupero forzoso, che significherebbe il pignoramento del quinto della pensione.

Fabio Sartori ha visto invece concludersi favorevolmente almeno il “primo tempo” della battaglia che lo vede contrapposto all’Agenzia di Riscossione. Una vittoria determinata, almeno in parte, dalla sua voglia di combattere contro un’ingiustizia che rischiava di sfociare in una pretesa economica del tutto sproporzionata.

L’uomo gestisce insieme alla famiglia una trattoria rilevata 15 anni fa. Il fulmine a ciel sereno è arrivato dopo aver ristrutturato il locale. Una cartella esattoriale “pesante” quasi 190mila euro determinati da uno scarico dell’IVA giudicato non dovuto. Fabio Sartori aveva pensato addirittura di cedere l’attività, dilaniato dal dubbio: estinguere la pendenza con Equitalia, o assicurare uno stipendio a chi lavora con lui? Per fortuna i suoi cari non lo hanno mai abbandonato.

«Quando ti succede una cosa come questa, alla fine ti senti sempre solo se non hai una famiglia grande e forte alle spalle, che ti sostiene e ti incoraggia quando cercano di annientarti, di aggredire i tuoi averi e di farti passare la voglia di combattere». E il messaggio lanciato a chi teme di essere sul punto di crollare è forte e chiaro. «Se c'è qualcuno che per colpa loro vuole mollare tutto, con la vita e con l'attività, io dico: pensateci bene, non vincono sempre».