Fisco fa orecchie da mercante. Tribunale annulla cartella da 100mila euro

Quando c’è di mezzo la legge, il silenzio costa

Silenzio-FiscoMa non nella stessa misura, ai contribuenti ed allo Stato. Così, se i primi ignorano un avviso di pagamento, una multa, o una scadenza fiscale, scattano, a mo’ di tagliola, gli interessi di mora. Quando invece è Agenzia delle Entrate Riscossione a non rispondere ad una richiesta (di chiarimento) o ad una rettifica inoltrata dal – presunto – debitore, il massimo a cui si può aspirare è la cancellazione dell’infondato credito. Come se il tempo perso per risolvere la questione, le notti insonni e lo stress quotidiano che ne sono conseguiti, non meritassero un risarcimento. Come se non costituissero un danno, fisico e morale, consistente e quantificabile.

È di questi giorni che il Tribunale di Lecce, con sentenza n.2090/2020, ha annullato una cartella da 100mila euro in quanto Agenzia delle Entrate Riscossione non aveva risposto all’istanza del contribuente entro i 220 giorni fissati dalla legge.

All’origine di questa pronuncia, emessa a settembre dello scorso anno ma diventata esecutiva solo adesso, in quanto il Fisco non si è appellato, è stato un episodio risalente a giugno 2019. Ad un’azienda salentina era stato notificato un pignoramento da capogiro: il presunto credito, infatti, ammontava a 400mila euro. Quest’ultima aveva poi rilevato che 100mila euro erano stati indebitamenti richiesti, ed aveva presentato istanza ad hoc, come previsto dalla legge 228/2012, documentando di aver già estinto la pendenza.

La mancata risposta da parte di AER entro 220 giorni avrebbe dovuto far decadere la pretesa, ma così non è stato. Il Fisco, infatti, successivamente era tornato alla carica. La società salentina ha così chiesto l’intervento dell’autorità giudiziaria, che lo scorso settembre ha accolto le sue ragioni.

La redazione

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