Immobili: Procura indaga un gruppo di “furbetti del ribasso”

Si scrive asta giudiziaria, si legge, spesso, speculazione

Vendfita-asta-giudiziariaIl pignoramento di beni mobili e immobili mette in moto una procedura burocratica che può culminare con la vendita al massimo ribasso possibile. La letteratura sulle astuzie ed i cavilli sfruttati dai frequentatori incalliti di aste è nutritissima. Un grande classico, ad esempio, è far sì che un certo numero di incanti vada deserto, per poi tuffarsi con la rapidità e l’implacabilità del predatore su case o quadri e gioielli di pregio storico che altrove ed in altri momenti sarebbero costati un occhio delle testa, rivelandosi, sostanzialmente, completamente al di fuori della propria portata.

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Le aste si rivelano all’insegna dello sciacallaggio non solo a causa di malviventi di professione, magari ”specializzati” nel settore, ma anche a causa di potenziali acquirenti  abilmente camuffati sotto la maschera della rispettabilità, affidabilità ed autorevolezza di chi opera sul mercato immobiliare da anni.

L’ultimo esempio in tal senso, in ordine di tempo, è rappresentato da un caso accaduto recentemente a Imperia. La Procura infatti ha aperto un’inchiesta su due consulenti immobiliari abusivi, la loro collaboratrice, tre avvocati, ed un impiegato notarile. Questa decisione è seguita all’indagine effettuata dalla Guardia di Finanza.

I capi d’imputazione contestati sono molteplici, tra cui turbativa d’asta, falsificazione di pubbliche autenticazioni, diffusione indebita del segreto d’ufficio.

La macchina della truffa era ben oliata e collaudata: i legali aggiornavano in tempo reale i sedicenti consulenti degli immobili in procinto di finire all’asta, e i secondi provvedevano a mettere online relative foto e informazioni catastali. Su siti dedicati alla vendita immobiliare. Poteva così succede che una casa di valore 10 e base d’asta 6 venisse pubblicizzata ad un prezzo di 4.

Ad allertare la guardia di finanza era stato il proprietario di un immobile messo all’asta dal Tribunale di Imperia e contestualmente  esposto “in vetrina” online. L’uomo aveva scoperto l’esistenza del “doppio canale” in maniera fortuita.

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