Imprenditore modenese scoperto a spacciare droga. “Avevo delle cartelle da pagare. L’ho fatto per non perdere l’azienda”

Fino a che punto è lecito spingersi, per disperazione, stato di necessità e debiti che incalzano? Che succede quando il pur sacrosanto bisogno di sopravvivere porta a fare scelte che sfociano nell’illegalità, traducendosi in reati particolarmente odiosi? Interrogativi e riflessioni sono inevitabili, dopo aver appreso un episodio di cronaca verificatosi nei giorni scorsi a Castelvetro, in provincia di Modena.
 
Un 40enne, imprenditore operante nel settore della ceramica, è stato arrestato per spaccio a seguito di un appostamento da parte dei carabinieri. Ad attirare l’attenzione delle forze dell’ordine erano stati alcuni movimenti sospetti nei pressi della sua abitazione.
 
La perquisizione effettuata dai carabinieri lo scorso giovedì ha consentito di appurare che l’imprenditore deteneva svariati grammi di cocaina e un bilancino di precisione. Durante il processo per direttissima l’uomo ha dichiarato di aver intrapreso l’attività illecita per far fronte alle cartelle esattoriali che si era visto recapitare in precedenza, e dunque scongiurare il rischio di perdere l’azienda. 
 
A oggi l’imprenditore è stato rilasciato, ma dovrà attenersi all’obbligo di firma in caserma fino a quando non comincerà il processo a suo carico.
 

Francesco Bacile, una vita vissuta pericolosamente … fino a quando Equitalia ha bussato alla sua porta

L’episodio di cronaca verificatosi in provincia di Modena non è comunque l’unico di questo tipo, a metà tra grottesco e drammatico, che ha contraddistinto il passaggio di consegne tra l’ex Agenzia di Riscossione e l’Agenzia delle Entrate. A Uggiano La Chiesa (Lecce), infatti, un ex contrabbandiere si è visto notificare una serie di cartelle esattoriali per un importo complessivo di 25 milioni di euro.
 
L’uomo, che si chiama Francesco Bacile, è un 61enne noto alle forze dell’ordine per aver visto accumulare sulla sua fedina penale, nel corso del tempo, una vasta gamma di imputazioni: tra queste, oltre al contrabbando, truffa, bancarotta, rapina, possesso di droga e tentato omicidio. Si è ritrovato così a scontare alcuni anni di carcere, e ora è in attesa di un nuovo processo.
 
Il debito che Equitalia ha contestato a Francesco Bacile risale al 1988; la prima cartella esattoriale che gli è stata notificata, invece, riporta la data del 2004: inizialmente l’importo da saldare era di 23 milioni e mezzo di euro, costituiti in prevalenza da spese addebitate dalla Dogana di Brindisi. A oggi la cifra è cresciuta considerevolmente: si sono infatti aggiunti circa due milioni di euro.
 
Il credito vantato dall’Ente di Riscossione comprende, tra le altre, voci come l’imposta sul consumo dei tabacchi, dazi e diritti Cee e l’Iva relativa alle importazioni. A queste si aggiungono gli interessi di mora, le spese di notifica e gli oneri accessori. 
Dal canto suo Francesco Bacile dichiara di non aver mai guadagnato l’importo che gli viene contestato. Come se non bastasse, l’Ente di Riscossione gli ha chiesto di saldare il debito entro cinque giorni, ma l’ex contrabbandiere percepisce una pensione di 800 euro e non può neanche disporre liberamente della sua casa, in quanto è stata pignorata. 
 

Definizione agevolata: resi noti i primi numeri definitivi

Nei giorni scorsi sono state diffuse alcune cifre relative alle richieste di accesso alla rottamazione processate e accolte. L’Ente di Riscossione ha calcolato che in circa 4.000 casi i cittadini dovranno pagare tra 2 e 10 euro per saldare il debito iniziale. Insomma, viene da dire, la montagna ha partorito il topolino. Sono invece 8.000 quelli che dovranno versare un importo che si aggira intorno ai 250mila euro. 
 
Nel frattempo, è stata introdotta l’opzione, per i contribuenti interessati, di verificare l’importo da pagare compilando un form ad hoc attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate - Riscossione (www.agenziaentrateriscossione.gov.it). A differenza di qualche giorno fa, per espletare la procedura non è più necessario inserire il PIN, ma è sufficiente utilizzare il proprio codice fiscale. 
 
La redazione