L’istituto di credito affonda, ma l’ex presidente, “stranamente”, cade in piedi

Instancabile

 L'istituto_Di_Credito_AffondaNon si può definire altrimenti l’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza Gianni Zonin, che, prima del crack, aveva astutamente differenziato e ramificato i suoi investimenti. Tra i tanti accordi siglati a livello internazionale, quello con il “re” dell’Italian Food in Scozia, Sep Marini.

Un’alleanza, questa, quasi certamente foriera di introiti faraonici, considerata l’indiscussa leadership di settore costruita da Sep Marini nel corso degli anni.

Intanto

Ieri Gianni Zonin è stato protagonista di un’audizione presso la Commissione d’Inchiesta sulle Banche con sede a Roma. In quest’occasione ha sostenuto che i rapporti del CDA di Banca Popolare di Vicenza con Bankitali e Consob erano stati, da sempre, caratterizzati da piena disponibilità e chiarezza.

Per quanto riguarda le riunioni dei comitati esecutivi di BpVi, la presidenza ha sempre mantenuto un ruolo neutrale, contraddistinto dalla volontaria non ingerenza reciproca. “Ciascuno svolgeva i propri compiti in piena libertà e autonomia”, ha dichiarato Gianni Zonin.

I finanziamenti baciati? 

(mutui erogati ai clienti che prevedevano la concessione di un importo maggiore a quello effettivamente necessario, spesso anche a un tasso d’interesse favorevole, a condizione che venissero acquistati, contestualmente, pacchetti azionari, NdR). I vertici di Banca Popolare di Vicenza erano stati all’oscuro di tutto fino a maggio del 2015, quando c’era stata la convocazione da parte della BCE. Questa la versione di Gianni Zonin.

L’audizione è stata segretata circa un’ora dopo dal suo inizio, su richiesta del deputato Dal Modo (PD), quando è stato affrontato l’argomento relativo ai rapporti di BpVi con gli organi di vigilanza interni ed esterni.

Intanto, venerdì 15 dicembre 2017 è prevista a Vicenza l’udienza preliminare del processo che vede Gianni Zonin imputato. 

La redazione