“Mi hanno tolto la casa ma non l’ha dignità. Per questo non rinuncio ad andare a votare”

Mi hanno tolto la casa ma non l’ha dignità

La_Casa_è_un_diritto

Subire un sopruso ed essere costretti a vivere in una situazione anche materialmente limitata e proibitiva rivela spesso l’indole dell’individuo.

Quello che colpisce immediatamente, della signora Rosanna, bresciana, è il misto di pudore e dignità con cui racconta gli ultimi 5 anni della sua vita. Un periodo, questo, che l’ha vista trascorrere la quasi totalità del tempo in una stanza di pochi metri quadrati all’interno di un container.

Prima di allora Rosanna lavorava come badante, e arrotondava i magri guadagni con altre attività complementari: ciò le consentiva di pagare l’affitto di casa. Dopo aver perso l’incarico di assistente, però, non è più riuscita a far fronte alle spese quotidiane, ed è stata costretta a rinunciare a un tetto sopra la testa. Sono quindi seguiti mesi durissimi, durante i quali ha dovuto dormire sui treni.

Corre l’anno 2013, quando Rosanna conosce l’associazione Diritti Per Tutti e partecipa con altre 60 persone all’occupazione di una serie di container situati in via Gatti. Nei tre prefabbricati si incrociano i destini di persone anche molto diverse tra loro: famiglie, anziani soli e malati, immigrati.

Nelle scorse settimane alcuni container sono stati colpiti da bombe carta. La Digos sta indagando sull’accaduto, e una delle ipotesi al vaglio è che i responsabili siano da ricercare tra i manifestanti di estrema destra arrivati in città per la commemorazione delle vittime delle Foibe.

Per questo non rinuncio ad andare a votare

Nonostante da ormai 5 anni la vita di Rosanna sia quasi integralmente circoscritta in uno spazio angusto, e a dispetto di errori burocratici che l’hanno privata addirittura dei documenti personali per lungo tempo, lei non accetta di essere trattata come un cittadino di serie B, e rivendica con orgoglio e consapevolezza il proprio diritto a votare.