Notifica debito illegittima se PEC mittente non registrata

Il Fisco può mandare via email le cartelle?

Sì, ma deve qualificarsi. Se la comunicazione arriva da un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) non contenuto negli appositi registri, la cartella risulta affetta da vizio formale e quindi decade. A stabilirlo è stata la Commissione Tributaria Provinciale di Roma (CTP), che ha visto avvalorare la sua tesi dall’omonimo organo calabrese.

Dunque, se il contribuente riceve una cartella esattoriale per email da Agenzia delle Entrate Riscossione, prima di precipitarsi a pagare (o di entrare nel panico) deve verificare se l’indirizzo email del mittente è presente nell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni (IPA), Reginde o Inipec. Vale a dire, gli elenchi in cui sono annotati tutti gli indirizzi PEC di privati, delle aziende, e degli enti pubblici.

L’orientamento delle due commissioni tributarie prende le mosse dalla necessità di tutelare i contribuenti dai rischi connessi al fenomeno del phishing. Una pratica illecita, questa, finalizzata a carpire dati sensibili camuffando un messaggio attraverso una veste istituzionale. Così, grazie ad una email inviata dal sedicente servizio assistenza di Poste Italiane, il malcapitato può vedere svuotato il proprio conto corrente o clonata la propria carta d’identità. Ecco perché è fondamentale controllare l’indirizzo da cui la email proviene (e NON limitarsi a leggere il nome che il mittente gli ha associato) e, in caso di dubbio, NON aprire gli allegati né cliccare su eventuali link.

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La redazione