Piccoli imprenditori: quando il Covid è il colpo di grazia

Che succede quando un debito si trasforma in vicolo cieco?

Artigiano-TrevisoLa disperazione prende il sopravvento, e l’unica via d’uscita appare la morte. A dimostrarlo, i migliaia di suicidi di imprenditori e persone rimaste senza lavoro a seguito della grave crisi economica che ha colpito l’Italia nel 2011. E la dinamica rischia di ripetersi nei prossimi mesi, a causa dell’effetto domino innescato dal Covid19. Emblematica, in tal senso, la vicenda dell’artigiano veneto che nei giorni scorsi ha tentato il suicidio mentre si trovava presso il tribunale di Treviso. Poco prima l’uomo aveva appreso che sarebbe andato incontro al pignoramento della casa per le richieste di quattro creditori.

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Intervistato dalla testata online NordEstEconomia, l’uomo ha ricostruito la catena di eventi che lo ha portato a sentirsi spalle al muro. Come se gli innumerevoli sforzi e sacrifici fatti per onorare i propri impegni economici fossero stati vani, al pari del tentativo di svuotare il mare con un secchiello.

Tutto è cominciato con un cliente insolvente, anni fa, cui poi se ne sono aggiunti altri. E per far quadrare i conti, l’artigiano ha dovuto attingere ai propri risparmi, vedendoli rapidamente assottigliare. Fino all’esplosione della pandemia di Coronavirus: con tenacia si oppone all’ondata che potrebbe travolgerlo: lavora senza sosta per saldare i debiti con i fornitori, mette da parte 9mila euro, ma quando arriva il momento dell’udienza in tribunale scopre che i suoi debiti sono di circa 90mila euro, 70 dei quali circa da pagare al Fisco. E che l’eventualità di perdere la casa in cui vive, quella che è stata costruita dal padre, è tangibile. A quel punto il tentato suicidio.

I motivi per sperare, e per rialzarsi ancora una volta, non mancano all’artigiano. Dalla sua parte, infatti, ha la famiglia, i figli rimasti compatti al suo fianco, e il supporto legale che potrebbe consentirgli di rateizzare il debito. Insomma, a dispetto dei tanti ostacoli e delle persone con cui lavorava e che si sono rivelate inaffidabili, l’uomo non abbandona i principi a cui è stato educato. Dignità e umiltà.

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La redazione