Pignoramento: quello che c’è da sapere per non essere impreparati
Un debito si cronicizza…e l’eventualità di perdere la casa diventa concreta
Il pignoramento è uno degli scenari più drammatici con cui il contribuente indebitato deve fare i conti. Finire in mezzo a una strada, per dirlo in maniera brutale, compromette spesso gravemente l’equilibrio psicologico dei singoli e scuote in modo profondo i legami familiari. In questo articolo abbiamo provato a sfatare luoghi comuni e leggende metropolitane e fare chiarezza sull’iter che caratterizza il provvedimento.
Pignoramento Vs Ipoteca
È opinione diffusa che l’iscrizione della seconda impedisca l’esproprio dell’immobile, ma le due cose viaggiano su binari paralleli.
L’ipoteca costituisce la garanzia a favore della banca che ha erogato il prestito. Generalmente per un privato è svantaggioso pignorare una casa su cui è iscritto il provvedimento, ma potrebbe invece rivelarsi conveniente se il creditore è un condominio. Questo, infatti, avrebbe maggiori chances di pagamento in caso di nuovo proprietario.
La prima casa non è – in assoluto – intoccabile. La banca infatti è legittimata a far valere il suo credito se le rate del mutuo non sono state saldate.
Dopo l’aggiudicazione all’asta, l’immobile deve essere sgomberato. L’esatta data entro cui ciò deve avvenire è stabilita dall’acquirente e comunicata tramite ufficiale giudiziaria. In caso di mancato adempimento, la liberazione dell’appartamento può avvenire anche tramite ricorso alla forza pubblica, e per il debitore si profila il reato di violazione del domicilio.
Peraltro, la vendita NON estingue automaticamente il debito, basti pensare che nel 2016 quasi nel 90% dei casi la pendenza era maggiore del ricavato dell’asta.
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