Scaricava le spese sostenute per il figlio autistico. Equitalia gli presenta il conto
Le decisioni dell’Agenzia di Riscossione a volte si collocano nella zona grigia tra il grottesco e il paradossale. A dimostrarlo, negli ultimi giorni, la vicenda di Marco Lerario e della sua famiglia, resa nota da un servizio del TG2. Equitalia infatti gli dà “la caccia” da otto anni, in quanto l’uomo scarica le spese mediche effettuate per il figlio disabile della moglie, morta di cancro nei mesi scorsi.
Marco Lerario mantiene cinque ragazzi, due dei quali nati dal precedente matrimonio della defunta. Tra loro, un invalido al 100 % affetto da autismo, attualmente 30enne. L’uomo si prende cura di lui pagando tutte le spese necessarie al suo sostentamento (sport, medicine, scuola…) da quando era piccolo.
Nonostante l’intero nucleo sia nello stato di famiglia di Marco Lerario, nel 2009 l’Agenzia di Riscossione gli ha presentato il conto, intimando la restituzione di 50mila euro in detrazioni. La motivazione? L’uomo non sarebbe “qualificato” ad occuparsi del mantenimento del ragazzo autistico. E ora Equitalia ha pensato bene di pignorare il quinto del suo stipendio come “acconto”.
La motivazione, a dir poco incredibile. Sembra che l’uomo stia facendo “beneficenza”. Purtroppo, all’origine della vicenda c’è un’anomalia legislativa. Infatti l’articolo 12 del Testo Unico sulle Imposte Dirette non prevede casistiche riconducibili alla sua storia. Eppure, due anni fa era stata presentata una risoluzione in Commissione Finanze in merito.
Come se non bastasse, la Commissione Tributaria ha rigettato il ricorso e ora l’uomo deve fare appello, se vuole evitare di pagare