Se i creditori ti tolgono il sonno, puoi ricorrere alla legge sul sovraindebitamento

Avere un debito e non essere in grado di estinguerlo integralmente equivale a essere seduti su una bomba a orologeria. La disperazione, infatti, è una pessima consigliera e rischia di condurre a decisioni estreme e assolutamente inefficaci. Così, quando ci si sente strangolati dalla morsa dei creditori, può capitare di pensare al suicidio, di cadere vittima di attività illecite, e di rivolgersi agli usurai. 
Un circolo vizioso, questo, in cui sono rimasti intrappolati in molti, a seguito della crisi. Così, proprio quando questa era arrivata al culmine, è stata varata una legge, la numero 3 del 2012, finalizzata a consentire a un’ampia fascia di cittadini di liberarsi dei debiti anche se impossibilitati a saldarli per intero. In che modo? Corrispondendo ai creditori un importo proporzionato alle proprie risorse. 
Parliamo dell’esdebitazione, ovvero la procedura che consente di estinguere le pendenze residue ed essere riabilitati, attraverso la cancellazione del proprio nominativo dai cosiddetti registri dei cattivi pagatori. Sì, perché uno degli effetti collaterali dell’indebitamento è che banche e burocrazia non ci pensano due volte a far terra bruciata intorno all’interessato, compromettendo spesso definitivamente anche il suo futuro. Insomma, attraversare un periodo di difficoltà finanziarie rischia di avere effetti più devastanti di una condanna all’ergastolo. 
Piano Debiti è una startup a vocazione sociale nata nel 2015 che offre supporto a chi vuole uscire da una situazione di sovraindebitamento accedendo a una delle procedure previste dalla legge numero 3 del 2012. Abbiamo chiesto al suo staff di spiegare in dettaglio cosa prevede la normativa e chi ne può beneficiare.
Quali debiti sono interessati e come liberarsene?
Il provvedimento può essere applicato in riferimento a pendenze verso banche, finanziarie, privati ed enti pubblici, e consente ai cosiddetti “soggetti non fallibili” (aziende agricole, pensionati, consumatori, dipendenti, professionisti iscritti all’albo e imprese con fatturato inferiore a 200mila euro) di sottoporre ai creditori un piano di ristrutturazione. 
La legge numero 3 del 2012 non fissa un importo minimo al di sotto del quale non è possibile beneficiare dell’esdebitazione, tuttavia, affinchè il soggetto non fallibile riscontri un sostanziale alleggerimento della propria condizione, è necessario che l’esposizione finanziaria iniziale sia almeno di qualche decina di migliaia di euro. 
 
“Riconoscere il diritto a un fresh start”
Detta espressione, rileva lo staff di Piano Debiti, viene utilizzata nei paesi anglosassoni per indicare le procedure di ristrutturazione delle pendenze destinate a chi è sovraindebitato. Un iter, questo, ormai consolidato all’estero. 
Fresh start significa nuova partenza, e rappresenta la possibilità, per i soggetti non fallibili, di archiviare una fase particolarmente buia e critica della propria vita, professionale ma anche privata, e ricominciare, appropriandosi nuovamente del diritto a una vita dignitosa e serena. Il che, tradotto in termini spiccioli, significa, ad esempio, poter aprire un conto corrente e disporre di una carta di credito, dopo che il piano di ristrutturazione è stato accolto. 
 
Esdebitazione: come si perfeziona?
Gli strumenti introdotti dalla legge numero 3 del 2012 sono:
- il Piano del Consumatore (generalmente accolto senza particolari problemi da Comuni e Agenzia delle Entrate);
- la Liquidazione del Patrimonio;
- l’Accordo con i Creditori (riservato alle imprese, prevede un piano che diventa operativo se soddisfa almeno il 60% del debito).
 
Per beneficiare di uno di questi è necessario presentare apposita documentazione inerente la propria situazione personale e patrimoniale, unitamente a un’istanza ad hoc destinata al tribunale. Spetta poi all’Organismo di Composizione della Crisi verificare che questa sia veritiera e sostenibile.
L’OCC può essere costituito in due modi: attraverso nomina da parte del giudice, o tramite designazione degli organismi che fanno capo agli Ordini Professionali. 
La legge sul sovraindebitamento funziona, ma è migliorabile. È questo il commento dello staff di Piano Debiti. Per migliorare la situazione servirebbe un approccio ancora più metodico e rigoroso, che consenta di sistematizzare la procedura di lavorazione della pratica. 
Questi gli aspetti che potrebbero essere suscettibili di perfezionamento:
- l’ampliamento della platea delle aziende interessate, rivedendo il tetto dei 200mila euro di fatturato;
- far sì che anche gli enti pubblici concorrano alla formazione degli OCC;
- controllare  i soggetti che operano nel settore delle consulenze, impedendo speculazioni e strumentalizzazioni (c’è chi chiede anche 8mila euro per istituire una pratica).

puoi ricorrere alla legge sul sovraindebitamento

Legge_Sovraindebitamento
Avere un debito e non essere in grado di estinguerlo integralmente equivale a essere seduti su una bomba a orologeria. La disperazione, infatti, è una pessima consigliera e rischia di condurre a decisioni estreme e assolutamente inefficaci. Così, quando ci si sente strangolati dalla morsa dei creditori, può capitare di pensare al suicidio, di cadere vittima di attività illecite, e di rivolgersi agli usurai.
 
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Un circolo vizioso, questo, in cui sono rimasti intrappolati in molti, a seguito della crisi. Così, proprio quando questa era arrivata al culmine, è stata varata una legge, la numero 3 del 2012, finalizzata a consentire a un’ampia fascia di cittadini di liberarsi dei debiti anche se impossibilitati a saldarli per intero. In che modo? Corrispondendo ai creditori un importo proporzionato alle proprie risorse.
 

Parliamo dell’esdebitazione

Ovvero la procedura che consente di estinguere le pendenze residue ed essere riabilitati, attraverso la cancellazione del proprio nominativo dai cosiddetti registri dei cattivi pagatori. Sì, perché uno degli effetti collaterali dell’indebitamento è che banche e burocrazia non ci pensano due volte a far terra bruciata intorno all’interessato, compromettendo spesso definitivamente anche il suo futuro. Insomma, attraversare un periodo di difficoltà finanziarie rischia di avere effetti più devastanti di una condanna all’ergastolo
 
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Piano Debiti è una startup a vocazione sociale nata nel 2015 che offre supporto a chi vuole uscire da una situazione di sovraindebitamento accedendo a una delle procedure previste dalla legge numero 3 del 2012. Abbiamo chiesto al suo staff di spiegare in dettaglio cosa prevede la normativa e chi ne può beneficiare.
 

Quali debiti sono interessati e come liberarsene?

Il provvedimento può essere applicato in riferimento a pendenze verso banche, finanziarie, privati ed enti pubblici, e consente ai cosiddetti “soggetti non fallibili” (aziende agricole, pensionati, consumatori, dipendenti, professionisti iscritti all’albo e imprese con fatturato inferiore a 200mila euro) di sottoporre ai creditori un piano di ristrutturazione
 
La legge numero 3 del 2012 non fissa un importo minimo al di sotto del quale non è possibile beneficiare dell’esdebitazione, tuttavia, affinchè il soggetto non fallibile riscontri un sostanziale alleggerimento della propria condizione, è necessario che l’esposizione finanziaria iniziale sia almeno di qualche decina di migliaia di euro.
 
 

“Riconoscere il diritto a un fresh start”

Detta espressione, rileva lo staff di Piano Debiti, viene utilizzata nei paesi anglosassoni per indicare le procedure di ristrutturazione delle pendenze destinate a chi è sovraindebitato. Un iter, questo, ormai consolidato all’estero. 
 
Fresh start significa nuova partenza, e rappresenta la possibilità, per i soggetti non fallibili, di archiviare una fase particolarmente buia e critica della propria vita, professionale ma anche privata, e ricominciare, appropriandosi nuovamente del diritto a una vita dignitosa e serena. Il che, tradotto in termini spiccioli, significa, ad esempio, poter aprire un conto corrente e disporre di una carta di credito, dopo che il piano di ristrutturazione è stato accolto
 

Esdebitazione: come si perfeziona?

Gli strumenti introdotti dalla legge numero 3 del 2012 sono:
- il Piano del Consumatore (generalmente accolto senza particolari problemi da Comuni e Agenzia delle Entrate);
- la Liquidazione del Patrimonio;
- l’Accordo con i Creditori (riservato alle imprese, prevede un piano che diventa operativo se soddisfa almeno il 60% del debito).
 
Per beneficiare di uno di questi è necessario presentare apposita documentazione inerente la propria situazione personale e patrimoniale, unitamente a un’istanza ad hoc destinata al tribunale. Spetta poi all’Organismo di Composizione della Crisi verificare che questa sia veritiera e sostenibile.
 
L’OCC può essere costituito in due modi: attraverso nomina da parte del giudice, o tramite designazione degli organismi che fanno capo agli Ordini Professionali.
La legge sul sovraindebitamento funziona, ma è migliorabile. È questo il commento dello staff di Piano Debiti. Per migliorare la situazione servirebbe un approccio ancora più metodico e rigoroso, che consenta di sistematizzare la procedura di lavorazione della pratica.
 
Questi gli aspetti che potrebbero essere suscettibili di perfezionamento:
- l’ampliamento della platea delle aziende interessate, rivedendo il tetto dei 200mila euro di fatturato;
- far sì che anche gli enti pubblici concorrano alla formazione degli OCC;
- controllare  i soggetti che operano nel settore delle consulenze, impedendo speculazioni e strumentalizzazioni (c’è chi chiede anche 8mila euro per istituire una pratica).
 
La redazione