Segnalato in Crif? Così ottieni il risarcimento

Se sei un cliente bancario ti conviene tenere d’occhio gli estratti-conto ricevuti

Risarcimento-segnalazione-CrifQuesto perché può capitare che vengano addebitati commissioni ed interessi illegittimamente alti, determinando un scoperto che può culminare con un’iscrizione in Centrale Rischi. Eventualità da scongiurare in ogni modo, poiché essere “bollato” come cattivo pagatore determina la paralisi della tua vita professionale e privata. Ne sa qualcosa un grossetano che ha agito in giudizio contro un istituto di credito, avvalendosi dell’assistenza legale di Confconsumatori.

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Il danno subito è stato definito grave e quasi certamente irreversibile dall’associazione, così è stata chiesta l’immediata e retroattiva cancellazione della segnalazione. L’istanza è stata accolta dal Tribunale di Grosseto con un’ordinanza emessa il 3 dicembre 2018, che si è richiamata all’articolo 125 comma 3 del Testo Unico Bancario, all’articolo 4 comma 7 del Codice Deontologico della Privacy, e alla circolare 139/1991 della Banca d’Italia. È stato quindi ribadito che l’iscrizione in CRIF deve essere preceduta da una comunicazione scritta attraverso cui vengono concessi ulteriori 15 giorni di tempo per saldare la pendenza. A tal proposito è necessario effettuare accertamenti volti a determinare la situazione economica del debitore.

La segnalazione in CRIF è illegittima? Il risarcimento non è automatico…

Questo principio è stato ormai ampiamente acquisito, non solo dai tribunali ordinari, ma anche dalla Cassazione, tornata a pronunciarsi in merito nei mesi scorsi. L’8 gennaio, ad esempio, è stata emessa la sentenza n.207, relativa alla vicenda di una società che si era vista negare per ben due volte un finanziamento in quanto schedata come “cattiva pagatrice”.

Gli Ermellini hanno così affermato nuovamente che spetta al soggetto impropriamente iscritto in CRIF certificare l’entità dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti.

La società aveva interpellato in un primo momento il Garante per la Protezione dei Dati Personali, e successivamente il Tribunale di Roma chiedendo un rimborso di circa 250mila euro per i danni patrimoniali e circa 20mila euro a titolo non patrimoniale.

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