Tribunale di Milano condanna intesa San Paolo «Stop a capitalizzazione interessi»

La campagna Stop Anatocismo promossa dal Movimento Consumatori si sta rivelando una sorta di marcia trionfale. Nei giorni scorsi, infatti, è arrivata una nuova sentenza a condannare la capitalizzazione degli interessi da parte di un istituto di credito. Nello specifico, Intesa San Paolo. A pronunciarsi, è stato il Tribunale di Milano, ribadendo che «non è corretto da parte della Banca convenuta l’aver predisposto, utilizzato e applicato clausole anatocistiche passive nei conti correnti dei consumatori a partire dal 1/1/2014». Così il Foro lombardo.
 
Intesa San Paolo non potrà quindi più ricorrere a tale pratica, né nei conti correnti esistenti, né in quelli di nuova stipula. Inoltre dovrà pubblicare il testo dell’ordinanza sul proprio sito e comunicarne il contenuto agli utenti contestualmente all’’invio degli estratti conto.
 
Questa sentenza ribadisce  «l’orientamento del tribunale di Milano e di quello di Cuneo (ordinanza del 29 giugno scorso) che hanno condannato, il primo ING Bank, BPM e Deutsche Bank e il secondo la Banca Regionale Europea a cessare ogni pratica anatocistica». 
 
«Secondo le nostre stime Intesa Sanpaolo potrebbe aver incassato dal 2014 circa 400 milioni di euro, considerando i consumatori e le imprese. Invitiamo la banca ad avviare urgentemente una procedura di conciliazione per restituire alla propria clientela gli interessi anatocistici illegittimamente incassati. La nostra associazione provvederà, altrimenti ad avviare una class action per tutelare i correntisti». A parlare è Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori.
 

 

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