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Notizie

Abruzzo: pignoramento in vista per Bcc colpevole di anatocismo

La Banca di Credito Cooperativo Sangro-Teatina di Atessa (Chieti) è stata condannata a risarcire 60mila euro all’imprenditore Arnaldo Impacciatore, in quanto avrebbe preteso interessi superiori a quelli previsti in base al cosiddetto tasso soglia. Il Tribunale di Lanciano, nei mesi scorsi, aveva accertato la colpevolezza dell’istituto di credito, reo di aver applicato la capitalizzazione. 
 
«Il 2 maggio è stata comunicata la sentenza con formula esecutiva, e contestualmente il precetto oggetto di risarcimento. Tuttavia, il termine previsto è scaduto senza che l’istituto di credito abbia fatto quello che gli si richiedeva». La Bcc, infatti, si è limitata a un ricorso in appello, contestando il ricalcolo.  «Per conto del mio assistito ho già provveduto a licenziare gli atti all’ufficiale giudiziario, in modo che si proceda al pignoramento dell’importo spettante». Così Lorenzo Migliozzi, legale di Arnaldo Impacciatore. 
 
 
 
 

Cartelle esattoriali: quando il ricorso contro Equitalia può costarti caro…

Se hai un debito con l’Agenzia di Riscossione, e stai pensando di procedere alla contestazione, è bene che tu sappia in quali casi potrebbe essere rigettata. 
A stilare l’elenco, la Commissione Tributaria Regionale della Toscana.
 
Tanto per cominciare, meglio evitare di presentare ricorso per “mancata conoscenza” perché, evidentemente, detta argomentazione potrebbe apparire una contraddizione in termini. 
Stesso discorso nel caso dei cosiddetti “vizi di forma gravi”, tra cui la notifica a un’altra persona o presso un altro indirizzo. 
Infatti la costituzione in giudizio del diretto interessato li sana in automatico.
 

 

A chi conviene l’evasione fiscale?

L’evasione fiscale è uno dei problemi principali che affliggono l’Italia.
Lo sento ripetere spesso nei talk show che quotidianamente affollano le trasmissioni televisive. 
I sostenitori della caccia all’evasione senza quartiere ripetono il mantra:
“Pagare tutti per pagare meno”.
Si certo, a chiacchiere, rispondo io nel mio soliloquio.
 
La realtà è che, considerato il livello di spesa pubblica in costante crescita e lo stock di debito pubblico esistente, se anche tutti pagassero le tasse da domani mattina, ci vorrebbero decenni prima che la pressione fiscale possa essere realmente ridotta in maniera percepibile a “occhio nudo”.
Ma ipotizziamo, per assurdo, che venga eliminato l’uso del denaro contante e che quindi siano impossibili i pagamenti in nero. 
Cosa succederebbe? Chi sarebbe realmente danneggiato?
 
Per spiegarlo in maniera semplice voglio fare un esempio di vita reale.
Nicola è un idraulico, uno di quelli onesti, che vuole guadagnare il minimo per tirare a campare. Si fa pagare 100€ netti al giorno e lavora 8 ore, quindi pretende una paga oraria di soli 12,50€, e mi sembra più che onesto.
Gina, la cliente, è un’impiegata comunale e porta a casa uno stipendio netto di 1.300€.
Gina ha un problema con il tubo che porta l’acqua nella sua cucina e chiama Nicola per risolverlo.
Il problema ha richiesto una giornata di lavoro.
Rimesso tutto in ordine, Nicola chiede il pagamento di 244€ e si prepara a compilare la fattura.
Gina ha un attimo di esitazione e poi dice: 
«Come mai è così caro? Ieri ho chiesto a mia sorella e mi ha detto che il suo idraulico, per una giornata di lavoro, si è fatto pagare 100€?».
 
Nicola, in realtà, ha chiesto 100€ esattamente come l’idraulico della sorella di Gina ma siccome è onesto e non vuole evadere, ci ha aggiunto altri 100€ per pagare l’ IRPEF e INPS, che per semplicità ha calcolato al 50% (anche se in realtà il totale spesso è più alto), e altri 44€ per l’IVA. 
Gina vive di stipendio fisso e non può chiedere un aumento al suo datore di lavoro né può evadere sulla busta paga, quindi deve decidere se pagare Nicola in nero e risparmiare 144€, ossia il 60% del totale, oppure fare la persona onesta e spendere circa un quinto del suo stipendio per saldare la fattura. 
Del resto Gina è una di quelle persone che quando in TV si parla del reddito, forse troppo basso, degli artigiani è sempre arrabbiata e applaude chi si batte quotidianamente per stanare gli evasori.
Cosa credi che farà Gina in questo caso di vita reale quando la TV è spenta e l’onestà di Nicola tocca pesantemente il suo portafogli?  
 
Possiamo continuare a farci prendere in giro dagli alti papaveri che non hanno mai vissuto un giorno di vita nel mondo reale, oppure possiamo chiedere a Nicola di farsi pagare 100€ lordi, cioè 39€ netti dopo aver pagato IVA, IRPEF e contributi.   
Come reagiresti tu se fossi la moglie di Nicola che torna a casa con 39€ dopo una giornata di lavoro?
 
 
 
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