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Notizie

Articolo 18: interessa solo il 3% delle imprese Italiane

Se le aziende “interessate” dall’articolo 18 sono solo il 3%, quasi due lavoratori su tre, invece, sono tutelati da questo provvedimento. Vediamo i numeri: le aziende al di sopra dei 15 dipendenti sono solo il 3% del totale.

Infatti, su poco più di 5.250.000 imprese presenti in Italia, solo 156.500 circa hanno più di 15 addetti.  Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, invece, il 65,5%  è “coperto” dall’articolo 18.  In pratica,  su quasi 12 milioni di operai ed impiegati presenti nel nostro Paese (*), quasi 7.800.000 lavorano alle dipendenze di imprese con più di 15 dipendenti: soglia oltre la quale si applica l’articolo 18.

 

Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat (riferiti al 2006), in primo grado erano pendenti 8.651 “controversie” legate all’art. 18. Sempre secondo le serie storiche dell’Istat, il 44,8% delle cause si chiude con il rigetto della domanda, mentre in appello la soglia sale al 63,1%.

 

“Anche per noi è stata una vera e propria sorpresa: se eravamo al corrente che il numero delle imprese interessate da questa misura fosse molto contenuto, tuttavia non credevamo che oltre il 65% degli occupati lavorasse nelle aziende con più di 15 dipendenti. Da ciò si evince che l’eventuale modifica che il Governo potrebbe apportare all’articolo 18 interesserà la maggioranza dei lavoratori dipendenti italiani.”

 

La dichiarazione è del segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che, dopo aver analizzato i dati relativi alla distribuzione degli occupati italiani nelle aziende con più o meno di 15 addetti,  afferma :

 

Siamo giunti a questo risultato perché non ci convinceva la tesi dominate, ovvero che solo una minoranza di lavoratori italiani fosse interessata dall’articolo 18. Si arrivava a questa conclusione perché tutti includevano nella platea generale anche i lavoratori autonomi, che nella quasi totalità dei casi operano nelle aziende al di sotto dei 15 . Infatti, se conteggiamo anche questi ultimi, la situazione si capovolge. Gli addetti che lavorano nelle aziende con meno di 15 raggiungono il 54,5%, mentre quelli che sono occupati nelle imprese con più di 15 dipendenti sono la minoranza: ovvero, il 45,5% del totale”.

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(*) Da questa platea sono esclusi i lavoratori del Pubblico impiego, quelli presenti in agricoltura, i  co.co.pro ed i lavoratori a progetto.

 

STIMA DEI LAVORATORI DIPENDENTI OCCUPATI IN ITALIA

(anno 2009)

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Imprese

Addetti 

 

dipendenti

Inc. % degli addetti dipendenti sul totale dipendenti
     
≤ 15 dipendenti 4.108.086 34,52
>15 dipendenti 7.790.429 65,47
TOTALE 11.898.515 100


Elaborazione Ufficio studi CGIA Mestre su fonti varie

Stima delle imprese per numero di addetti (anno 2011)      
           
  Classe di Addetti Attive Inc. %    
  0 addetti 887.377 16,8%    
  1 addetto 2.479.549 47,0%    
  2-5 addetti 1.416.291 26,8%    
  6-9 addetti 241.440 4,6%    
  10-15 addetti* 94.364 1,8%    
           
  sotto i 15 addetti 5.119.021 97,0%    
           
  16-19 addetti* 62.910 1,2%    
  20-49 addetti 64.248 1,2%    
  50-99 addetti 16.720 0,3%    
  100-249 addetti 8.639 0,2%    
  250-499 addetti 2.364 0,0%    
  più di 500 addetti 1.613 0,0%    
           
  sopra i 15 addetti 156.494 3,0%    
           
  TOTALE 5.275.515 100,0%  

 

 

 
  * La classe è stata stimata dividendo la classe complessiva 10-19 addetti 

 

 

           
Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Infocamere – Movimprese

 

STIMA DEGLI GLI OCCUPATI PRESENTI IN ITALIA

(anno  2009)

 

     
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Imprese

Totale occupati

 

(indipendenti +dipendenti)

Inc. % sul totale
     
≤ 15 dipendenti 9.549.434 54,53
>15 dipendenti 7.961.554 45,46
TOTALE 17.510.988 100
   
     
Elaborazione Ufficio studi CGIA Mestre su fonti varie

 

La sanatoria Equitalia per la rottamazione delle cartelle slitta a maggio

La mini sanatoria Equitalia, anche detta 'rottamazione cartelle esattoriali', è stata introdotta dalla legge di Stabilità 2014 (legge 27 dicembre 2013 n.147) che prevede la possibilità di pagare in un'unica soluzione, senza interessi di mora e interessi di ritardata iscrizione a ruolo, le cartelle di pagamento e gli avvisi di accertamento esecutivi affidati entro il 31 ottobre 2013 a Equitalia per la riscossione. 

La scadenza era fissata al 28 febbraio 2014 ma poi è stata prorogata fino al 31 marzo 2014. Ora è molto probabile una ulteriore proroga al 30 aprile se non al 31 maggio. 

Per ulteriori informazioni clicca qui

Un imprenditore scrive a Bankitalia. Chi è protestato non può più lavorare!

E' l'ennesima storia di ordinaria follia che strangola le aziende. Un imprenditore romano nell'impossibilità di pagare tasse e balzelli di un'azienda, solo perché i regolamenti lo hanno espulso dal sistema bancario. La lettera è diretta al Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco e chiede una soluzione per rispettare le leggi ed evitare di cadere nelle mani degli usurai per poter sopravvivere.
 
Egregio Governatore della Banca d’Italia Dott. Visco,
 
alcune direttive imposte dagli scienziati dell’economia e del diritto che lavorano alle sue dipendenze, hanno imposto a tutte le banche italiane di non aprire conti a società ove vi siano pregiudizievoli di conservatoria, protesti, segnalazioni alla Centrale Allarme Interbancaria o anche semplicemente in liquidazione.
Questo significa che se una società avesse un problema e mi immagino i suoi tecnici abbiano potuto ipotizzarlo che questo possa accadere in un periodo così fertile economicamente, si ritrovi automaticamente espulso dal sistema bancario, senza la possibilità di incassare regolarmente i propri crediti, senza la possibilità di pagare gli f24 e senza la possibilità nemmeno di effettuare qualsiasi pagamento a mezzo bonifico bancario.
Orbene, qualora un imprenditore sfortunato volesse evitare di dover ricorrere a diversi operatori sul mercato che invece forniscono questa operatività (siciliani, calabresi ed ex banda della Magliana) può cortesemente dare disposizioni affinché si possa aprire un conto di corrispondenza base (incasso e pagamento ) presso una delle filiali della banca d’Italia. Oppure, può indicarci quale rimedio i suoi scienziati abbiano previsto…..?
La ringrazio per la risposta.
 
Ps. Nel caso di specie, ho fornito consulenza ad una società immobiliare che ha subito una truffa, subendo dei protesti illegali, e si ritrova da circa un mese con un assegno circolare a suo nome che non riesce ad incassare. Tra l’altro questo incasso serve per pagare multe ed oneri arretrati in Camera di Commercio che però non può saldare.
 
Un imprenditore romano che non si arrende alla crisi.
 
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