Bologna: operai ricomprano azienda con indennità disoccupazione

La fine di un progetto non è necessariamente una sconfitta

Reno-FonderiePuò rivelarsi, al contrario, una ripartenza. Basta cogliere l’opportunità di mettersi in gioco, accettando l’imponderabile quota di rischio ed incognita che ciò comporta.

Si può riassumere così l’odissea a lieto fine ( o meglio, a coraggioso nuovo inizio) della LEM di Porretta Terme, società nata nel secondo dopoguerra, e specializzatasi nella pressofusione di leghe leggere. Dopo aver chiuso i battenti tre anni fa ed essere stata sottoposta ad esercizio provvisorio, è stata rimessa in piedi da 18 dei 30 dipendenti che, riuniti in cooperativa, l’hanno comprata all’asta utilizzando le proprie indennità di disoccupazione. Nasce così Reno Fonderie.

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La solidità finanziaria della LEM iniziò a scricchiolare intorno al 2000, a seguito del passaggio di consegne dal fondatore ai figli, della crisi del 2008, e del fallimento di due tra i principali clienti. A nulla servì il dimezzamento dell’organico (80 dipendenti nel 2011, 40 nel 2018).

La svolta si è avuta quando il curatore fallimentare ha suggerito ai lavoratori restanti la possibilità di ricorrere all’esercizio provvisorio, che è stata colta avvalendosi del sostegno di Legacoop Bologna e Legacoop Produzione e Servizio.

La redazione