Come annullare una cartella esattoriale?

Suonano alla porta. E’ il postino

Annullamento-cartelleCerca te. Ha una raccomandata da consegnare: la famigerata busta verde. Agenzia delle Entrate ti cerca, perché vanta un credito nei tuoi confronti.

Che fare?

Spesso la notizia di un debito è inaspettata, una sorta di fulmine a ciel sereno. Probabilmente all’origine c’è una multa che non ti era mai stata notificata, o il pagamento di un tributo, magari “vecchio” di anni di cui ti eri dimenticato.

La prima cosa da fare è leggere la cartella esattoriale a mente fredda, dopo aver superato lo sconcerto iniziale. Angosciarsi è inutile, precorrere i tempi ed immaginare l’ufficiale giudiziario aggirarsi per casa non risolve nulla. Fortunatamente ci sono molto modi per tamponare le conseguenze di un debito insoluto. Ecco quali.

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Un vizio potrebbe salvarti

Infatti, se la cartella contiene uno o più vizi, relativi alla sua formulazione (vizi formali), o, ad esempio, alla modalità di calcolo dell’importo da pagare (vizi sostanziali), può essere annullata.

Contestazione: istruzioni per l’uso

In questo caso ci si può rivolgere alla Commissione Tributaria Provinciale e, se il verdetto è positivo, in tre mesi si ottiene lo sgravio dell’importo pendente.

Rateizzare o non rateizzare?

Se non si rientra in una delle casistiche relative alla contestazione, si può optare per un compromesso con Aer, e quindi chiedere di spalmare il debito su due o più tranche, di importo costante o crescente.

Attenzione però, perché se salti un pagamento, immediatamente quelli già effettuati risultano nulli, e decadi dalla rateizzazione.

Ricorso in autotutela

Se sono già passati 60 giorni dalla notifica della cartella, si può tentare la strada dell’autotutela, che deve essere inviata sia ad Aer che all’ente a cui fa riferimento il credito. Né l’una né l’altro, però, hanno l’obbligo di rispondere, inoltre, nel frattempo può essere attivata comunque la procedura esecutiva.

Reclamo – mediazione

Un iter, questo, necessario se l’importo pendente è inferiore a 20mila euro, e che consente di cancellarlo d’ufficio prima di rivolgersi al tribunale. Il contribuente, in tal modo, avvisa il Fisco di avere intenzione di adire le vie legali e gli permette così di evitare una causa, soprattutto se la cartella contiene elementi palesemente infondati.

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