CRIMINI BANCARI: NUTI-NESCI (M5S) DENUNCIANO

Nei giorni scorsi l’imprenditore calabrese Antonino De Masi, per la Cassazione vittima di usura bancaria, ha inviato ai parlamentari italiani ed europei una richiesta d’intervento urgente sul sistema nazionale del credito bancario, allegando documenti coprovanti gravi reati a danno dell’utenza. «Dopo l’usura subita – denunciano i parlamentari M5S Dalila Nesci e Riccardo Nuti – l’imprenditore sta chiudendo le sue aziende, che non erano affatto in crisi». 

Una prima, analoga richiesta di De Masi risale al 4 aprile 2013. Nessuno si attivò. Soltanto il Movimento Cinque Stelle, per iniziativa della deputata Dalila Nesci, presentò alla Camera un’interrogazione firmata da altri sessanta deputati M5S, sollevando, tra l’altro, la necessità di una commissione parlamentare d’inchiesta sui crimini bancari. Dopo, alla presenza dei capigruppo il Movimento Cinque Stelle denunciò proprio alla Camera, con testimonianza dello stesso De Masi, il problema dell’aumento di usura e truffe bancarie, mettendo in discussione la vigilanza di Banca d’Italia, di proprietà delle banche controllate. Ancora, la deputata Dalila Nesci illustrò alla Camera un’interpellanza urgente diretta al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, ma rispose il sottosegretario alla Salute Paolo Fadda (Pd), per il quale il sistema di vigilanza è autonomo e funziona bene. In seguito alla recente richiesta di De Masi, Nesci dichiara: «Pare che a nessuna forza politica interessi ricostruire la verità dei fatti. Non si tratta solo del caso di De Masi. 

Il problema della speculazione da parte delle banche è reale, esistono sentenze penali e civili. È improrogabile che il parlamento eserciti un controllo sull’operato delle banche, a garanzia degli interessi di tutti». Le fa eco Riccardo Nuti, presidente del gruppo M5S alla Camera: «È una battaglia che abbiamo intrapreso e che continueremo, perché imprenditori e cittadini non possono essere lasciati da soli contro le banche, che dovrebbero concorrere alla ripresa dell’economia e invece, carte alla mano, spesso si comportano peggio degli usurai e con il tacito consenso della politica».