Presidente antiracket denuncia fratello. «Pretendeva il doppio di quanto mi aveva prestato»

Combatteva l’usura in nome di tante vittime invisibili e, contemporaneamente, la viveva in prima persona. Frediano Manzi, cinquantenne presidente dell’associazione «Sos Racket e Usura» di Milano, ha dichiarato di aver subito estorsione da parte del fratello gemello, Silvio Giuseppe Manzi. 
 
Tre anni fa Frediano gli avrebbe chiesto un prestito di 50.000 euro per portare avanti i chioschi di fiori gestiti con la figlia. Tuttavia, non solo l’altro lo avrebbe fortemente pressato per riavere i soldi, ma addirittura ne avrebbe pretesi ulteriori 40.000. Silvio Giuseppe avrebbe anche riferito di essere, a sua volta, sotto scacco da parte di ‘ndragheta e camorra.
 
Frediano Manzi è un personaggio molto conosciuto in Lombardia, e, per certi aspetti, controverso. Di origini salentine, arriva a Milano con la famiglia, quarant’anni fa. A fine anni Settanta apre il primo negozio di fiori cui ne seguono, nel tempo, altri dieci. Per tre anni paga il pizzo a una famiglia pugliese legata alla Sacra Corona Unita, finchè, nel 1993, alcuni punti vendita gestiti da lui vengono distrutti, dopo che l’uomo si è detto impossibilitato a continuare a pagare. Così, fonda l’associazione «Sos racket e usura».
 
Il suo “ruolo pubblico” lo spinge in prima linea. Molte le denunce e le battaglie portate avanti, che si sono tradotte, spesso, in intimidazioni e attentati. Fino a quando, per attirare l’attenzione sulle difficili condizioni in cui si trova l’associazione, si dà fuoco davanti alla sede Rai di Corso Sempione. Manzi era stato coinvolto anche in alcuni finti attentati ad alcuni suoi negozi commissionati, a suo dire, per “spingere”le cause portate avanti.
 

 

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