Sei cieco? A Equitalia non importa. Il canone Rai lo paghi comunque

La teoria senza pratica è zoppa. Le regole hanno senso solo se contestualizzate nella realtà utilizzando il buonsenso. Quando non succede, si rischia di cadere nel grottesco. E all’amara risata si sostituisce una comprensibile rabbia, davanti a storie come quella di Alessio C.. L’uomo è non vedente, eppure Equitalia pretende che lui paghi il canone RAI. Così, in virtù della possibilità astratta di usufruire del servizio televisivo pubblico, ha pensato bene di notificargli una cartella esattoriale da mille euro.

Sette anni fa la perdita della vista. Oggi l’avviso di pagamento. Oltre il danno la beffa

«Nel 2008 a seguito di un gravissimo incidente stradale, Alessio C. ha perso completamente la vista ottenendo il riconoscimento dalla Asl di Napoli nel novembre 2008 dell’invalidità al 100 per cento e dell’accompagno. Il quattro febbraio scorso, però, il nostro assistito ha ricevuto una cartella esattoriale Gerit Equitalia perché non avrebbe corrisposto il canone Rai per gli anni dal 2011 al 2014». A ricostruire i fatti è Agitalia, che ha presentato ricorso per conto dell’uomo al Giudice di Pace di Napoli.

«Alessio è cieco, perciò non deve nulla a Equitalia»

«La mancata legittimità della pretesa creditoria in capo all’Azienda televisiva di Stato, nel richiedere un contributo per un servizio non utilizzabile, comporta, quale logico e conseguente corollario giuridico, la nullità assoluta della cartella esattoriale che si basa su una insussistente pretesa creditoria. Ogni logica e conseguente deduzione in merito alla singolare vicenda, viene doverosamente rimessa alla saggezza e sensibilità dell’Organo giudicante». Riuscirà il buonsenso a mettere la parola fine all’incredibile, illogica vicenda?

 
 
 

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