Sentenza su Cessione del Quinto. La finanziaria deve rimborsare

La Corte d'Appello dà ragione al ricorso di un pensionato cuneese che aveva ceduto il quinto della pensione ma si era visto erogare solo una piccola parte del denaro richiesto.

E' una sentenza importante che può far tirare un po' di fiato a chi si trova ogni mese "strozzato" dalle rate dei prestiti accesi con la cessione del quinto dello stipendio o della pensione: in molti casi, antecedenti al 2009, le finanziarie hanno infatti applicato tassi che secondo i giudici torinesi sono da considerare "da usura", in quanto non erano calcolati anche i costi delle polizze assicurative. La battaglia di un pensionato piemontese che aveva fatto causa a Prestitalia S. p. A lamentando proprio l'eccessivo tasso applicato, può dunque ora avere ripercussioni su migliaia di prestiti accessi negli anni passati: i giudici della Corte d'Appello hanno infatti condannato la finanziaria a restituirgli quanto corrisposto per interessi, spese e commissioni, depurando le rate successive di questi costi.

Il pensionato ottantenne, originario del Cuneese, aveva un precedente debito e per estinguerlo aveva deciso di accendere un nuovo finanziamento con la cessione di un quinto della sua pensione. Ma anziché ricevere i 10 mila euro "promessi", alla fine del 2008, aveva ricevuto un bonifico di soli 1.850 euro, dietro l'obbligo di corrispondere una rata mensile di 167 euro per 10 anni con un tasso annuo effettivo globale (T. A. E. G.) pari al 22,03 per cento. Dopo aver richiesto una diagnosi certificata, aveva così scoperto che non gli era stato detto che ben 5112 euro del suo finanziamento sarebbero stati destinati al premio per l'assicurazione sulla vita. Raffrontando poi i tassi, i legali del movimento avevano notato che erano davvero eccessivi. Dopo quest'accertamento, il pensionato aveva deciso di intentare la causa.

"Si tratta di una sentenza fondamentale in materia di usura bancaria e di un successo storico, a tutela di tutti coloro che hanno acceso questa tipologia di prestiti personali che di solito vengono sottoscritti dalle fasce più deboli e indebitate della popolazione: stimiamo che in almeno un terzo dei contratti conclusi prima del 2009 sia stata superata la soglia d'usura" ha spiegato Paolo Fiorio coordinatore dell' Osservatorio Credito e Risparmio del Movimento Consumatori.

Secondo quanto disposto dai giudici per tutti questi contratti, qualora vengano impugnati, le finanziarie debbono restituire al proprio cliente tutti i costi, e il prestito deve diventare "gratuito", senza cioè più alcun tasso applicato, riducendo così la rata originariamente pattuita.

Adesso possibili migliaia di altre cause.