Tassi d’interesse anomali: niente archiviazione per Monte dei Paschi di Siena

L’estensione della banca di cui si è clienti non mette al riparo dal rischio di incappare in illeciti

Usura-bancaria-MpSLa dimostrazione di questo è ravvisabile quotidianamente nelle notizie di cronaca. L’ultima, in ordine di tempo, arriva dalla Sicilia. Nei giorni scorsi il Giudice per le Indagini Preliminari di Enna ha rigettato la richiesta di archiviazione per Monte dei Paschi di Siena, a carico della quale l’accusa è di usura bancaria.

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L’istituto di credito cambia nome, ma non modus operandi

All’origine della controversia legale il conto corrente attivato nel 2006 da una commerciante della provincia siciliana presso Banca Antonveneta, diventata poi MPS.

Quattro anni dopo l’attività viene chiusa, ma ciononostante nel 2013 l’istituto di credito contatta la donna avanzando la pretesa di un residuo non pagato. L’originario ammontare di qualche migliaio di euro nel frattempo ha toccato quota 10mila a causa della maggiorazione costituita da interessi e commissioni.

La donna si rivolge a due avvocati per verificare la legittimità della richiesta, e gli specialisti contabili interpellati si accorgono che al conto corrente sono stati applicati tassi anomali, riconducibili all’usura e anatocismo.

Monte dei Paschi di Siena: “nessun illecito. Gli interessi sono stati calcolati a norma di legge”

Il Direttore Generale respinge infatti ogni addebito, e nel frattempo l’ammontare preteso arriva a 30mila euro. Un ultimatum fa precipitare la situazione, in quanto viene prospettata, in caso di mancato pagamento, l’iscrizione in Centrale Rischi.

La donna procede inoltrando querela e rilevando di essere stata vittima di usura bancaria. Allega quindi una serie di perizie econometriche a sostegno della sua tesi.

A giugno dello scorso anno il Pubblico Ministero del Tribunale di Enna chiede l’archiviazione del procedimento affermando che, in ogni caso, l’applicazione dei tassi usurari, non sarebbe stata determinata dall’intenzione di compiere un illecito. Lo scorso 25 agosto il GIP rigetta l’istanza e predispone una consulenza tecnico-contabile al fine di valutare la natura del rapporto del bancario.

Gli avvocati della donna si sono comprensibilmente dichiarati soddisfatti, e hanno auspicato una tutela più stringente e puntuale dei diritti dei cliente degli istituti di credito.

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