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Hai un debito con Equitalia? Segnati questa data sul calendario…

Il primo giugno del 2016 cambierà la procedura di notifica delle cartelle esattoriali. Le comunicazioni a esse relative avverranno infatti tramite PEC. A stabilirlo, la bozza di riforma sulla riscossione in discussione in questi giorni. 
 
Se il provvedimento otterrà il via libera, ditte individuali, società e professionisti iscritti agli albi dovranno utilizzare la Posta Elettronica Certificata. Qualora l’indirizzo non fosse più attivo o funzionante, sarà possibile ovviare al disguido seguendo apposite procedure. Se invece la casella fosse piena, il soggetto riscossore dovrà inviare nuovamente la comunicazione dopo almeno due settimane. 
 
Potranno ricorrere alla PEC anche i privati cittadini che dispongono di un indirizzo di posta certificata. Anche nel loro caso la data da tenere in considerazione è il 1 giugno 2016. 
 
Un’altra importante modifica riguarda l’aggio che passerà dall’8%, valido fino al 31 dicembre, a un sistema modulare compreso tra l’1% e il 6% a carico dei debitori.
 

 

Quali sono i diritti del creditore in caso di donazione?

Stai pensando di lasciare i tuoi beni a un figlio o a un parente per aggirare i debiti da saldare? Forse non lo sai, ma la donazione, come qualunque atto inerente l’impiego delle proprietà, può essere cancellata entro cinque anni. A chiederne la revocatoria, il creditore che ritenga di essere stato danneggiato.
 
La cancellazione della procedura di donazione ha effetto solo su colui che agisce in giudizio, mentre si conferma valida per gli altri, eventuali, creditori. Il bene potrà quindi essere sottoposto a pignoramento e vendita esecutiva.
 
È possibile ottenere la revocatoria della donazione dimostrando che il debitore ha tentato di ingannare il creditore. Il che significa, in concreto, evidenziare che non è possibile rivalersi su altri beni, in quanto inesistenti.
 

 

«L’Agenzia di Riscossione pretende da me 600mila euro. Io ne prendo 400 al mese»

Un debito può essere peggio dell’ergastolo. Vi sembra un’esagerazione? Provate a dirlo all’imprenditore di Bernalda (Matera) a cui Equitalia ha chiesto 600mila euro, metà in tasse non pagate e altrettanti di interessi di mora. “Onorare” una tale cifra, a fronte di una pensione di circa 400 euro al mese, è decisamente un’impresa impossibile.
 
 
 
L’uomo gestiva una macelleria, fallita  otto anni fa. Seppur con grandi sacrifici da parte di tutta la famiglia, finora era riuscito a saldare i debiti.  «Per questa cartella non posso fare niente. Sono disperato, se non ci fossero i miei figli e mia moglie a darmi sostegno, sarei già ricorso a soluzioni drastiche. Tutti quei soldi che Equitalia mi chiede non li avrò mai, quella cifra mi fa paura. Tremo solo a nominarla».
Il prossimo 15 gennaio il Tribunale di Matera deciderà la sorte del contribuente, che nel frattempo ha chiesto supporto a svariate associazioni dei consumatori. 
 
«Ho pensato di vendere la mia casa in Contrada Scorzone a Bernalda, dove vivo da sempre, ma non basterebbe. Se anche pignorassero la mia pensione come hanno già tentato di fare, notificando gli atti all’Inps, Equitalia non riuscirebbe comunque a soddisfare il suo debito, con il risultato che sarei costretto a vivere come un mendicante, non potendo disporre della più modica cifra anche solo per fare la spesa o comprare qualche farmaco». Questo l’amaro, ma comprensibile, sfogo dell’imprenditore.