Multe, contributi, Iva
A molti è successo, almeno una volta nella vita, di veder accumulare sulla scrivania cartelle e avvisi di pagamento. Può dipendere dal fatto che ci si trova in un momento economicamente difficile, oppure perché il lavoro o questioni personali ci assorbono completamente. Ci si dimentica di saldare il dovuto, e dopo anni – se non addirittura lustri/decenni – l’ente riscossore bussa alla porta …e pretende il saldo integrale.
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Che fare, in casi del genere? In primis, contare fino a dieci…e poi contattare il proprio avvocato di fiducia. Già, perché quasi certamente l’intero debito – o buona parte di questo – non è più dovuto in quanto l’importo è “scaduto” o, per usare un termine tecnico, caduto in prescrizione. E da oggi, grazie ad una pronuncia del Tribunale di Brindisi, il contribuente malcapitato non sarà più costretto a imbarcarsi in tanti procedimenti giudiziari quanti sono gli enti che millantano il credito.
Il 21 settembre scorso, attraverso la sentenza n.1154, è stato cancellato il debito di 53mila euro a carico di un contribuente brindisino. L’importo rappresentava il totale di circa 30 cartelle esattoriali riguardanti crediti di molteplici enti, tra cui l’Inps, Inail, e Camera di Commercio di Mesagne. L’annullamento ha seguito l’interpretazione proposta dagli avvocati del contribuente, che puntavano sull’avvenuta (quinquennale) prescrizione di gran parte dei ruoli coinvolti.
Dunque, in un colpo solo, sono stati messi a segno due rilevanti cambiamenti: la competenza sul tema del giudice ordinario (Vs Commissione Tributaria Provinciale) e la possibilità di intraprendere un’unica causa per contestare crediti provenienti da “fonti” diverse.
La redazione

Sì, soprattutto quando si avvicina il momento di rinnovare il bollo.
Per riavere i propri soldi, infatti, è necessario districarsi tra tutti i paletti e limiti che tutelano la controparte, al fine di garantire un’esistenza dignitosa e la tutela dei diritti inalienabili anche a chi non può saldare le proprie pendenze.