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Se non pago il bollo rischio il pignoramento della casa?

Ogni giorno, per mesi, ti sei messo alla guida

Fermo-amministrativoCon gesti quasi meccanici hai percorso innumerevoli volte il tragitto casa-lavoro e ritorno, finchè, come un fulmine a ciel sereno, ha fatto capolino nella tua mente una domanda solo apparentemente innocua. Una domanda che pensi – rimproverandoti – sarebbe dovuta materializzarsi ben prima.

“Oddio, non ho pagato il bollo. E adesso?”

Preoccupazione ed ansia sono comprensibili…e fondate. Il mancato pagamento del tributo, infatti, può avere ripercussioni gravi se non si interviene tempestivamente.

La riscossione della somma pendente può intaccare, nell’ordine, stipendio/pensione, beni mobili (veicolo incluso, il che significa fermo amministrativo) e, in estrema ratio, i bene immobili.

Bollo auto: come e quando saldare il debito prima che sia troppo tardi

È un tributo, questo di competenza regionale. Così, spetta all’ente locale, trascorsa la naturale scadenza, emettere il sollecito di pagamento; l’importo sarà già comprensivo degli interessi di mora maturati.

Se anche la richiesta della Regione cade nel vuoto, la “palla” passa ad Agenzia Entrate Riscossione che notifica nuovamente il debito, garantendo all’automobilista, ulteriori 60 giorni per regolarizzare la sua posizione.  Se ciò non avviene, il Fisco predispone la procedura esecutiva, indirizzandosi sul conto corrente, e sui beni mobili del debitore; qualora l’ammontare del loro valore sia insufficiente, il pignoramento può focalizzarsi sulla casa.

La redazione



 


Riscossione crediti dello Stato: all'appello mancano 35 miliardi

La pace fiscale? Tanto rumore per nulla

Pace-FiscaleA fotografare il desolante scenario è l’Osservatorio dei Conti Pubblici, che ha rilasciato un documento che fa il punto della situazione. Tirare le somme, per così dire, in concomitanza con la chiusura dell’ultimo termine utile per pagare le rate del 2021 relative alla pace fiscale.

Numeri, quelli presentati dall’Osservatorio dei Conti Pubblici, che pesano (o meglio, dovrebbero pesare come macigni) nell’ottica di una riflessione e revisione delle misure fiscali adottate dal Governo. Attualmente, i quattro “pilastri” della riscossione varata da Agenzia delle Entrate (rottamazione, rottamazione bis, rottamazione ter e saldo e stralcio) sono fruttati 18 miliardi, cui le prossime scadenze dovrebbero aggiungerne altri due, a fronte dei circa 55 miliardi di entrate inizialmente stimate. In pratica, finora lo Stato ha perso più di 35 miliardi di euro. Quante cose si sarebbero potute fare, con questi soldi, in termini di politiche del lavoro, aumento delle pensioni, potenziamento del sistema sanitario…?

Mancato gettito fiscale: l’effetto slavina è iniziato nel 2000

Negli ultimi 20 anni circa l’ente riscossore ha lasciato stratificare più di 1000 miliardi di crediti; l’ultimo a parlarne, in ordine di tempo, è stato Mario Draghi, in un intervento al Senato.

Agenzia delle Entrate, dal canto suo, ripropone ciclicamente il tema; mesi fa il suo direttore ha chiarito qual è l’effettivo raggio d’azione che l’ente riesce a garantire, ed è purtroppo di soli tre anni. Ciò renderebbe necessario varare periodicamente interventi mirati, capaci cioè di determinare ricadute operative tangibili e incisive.

La redazione 

 



 


Pignoramento immobili: come si tutela il comproprietario?

Condividere tutto non è quasi mai una buona idea

Pignoramento-immobile-cointestatoPoco importa che si tratti di fratelli, genitori e figli, o partner. Mettere a completa disposizione dell’altro tempo, energie…e beni materiali può avere conseguenze disastrose. Sulla vita quotidiana, quella affettiva…e sulla propria stabilità economica.

Un esempio? In presenza di prima casa cointestata, se uno dei due contrae debiti, ad essere coinvolto nel pignoramento è anche l’altro (partner, parente). Proviamo a spiegare perché.

Cosa dice la legge?

L’articolo 599 del Codice di Procedura Civile stabilisce che, in caso di debiti di uno dei comproprietari, il creditore ha facoltà di rivalersi anche intaccando beni indivisi cointestati.

Ma non solo: il comproprietario non responsabile del debito è comunque coinvolto anche a livello burocratico nella procedura, mediante notifica dell’avviso di pignoramento. E da questo momento in poi gli è vietato allontanare i suoi da quelli del debitore, se prima il giudice non dà il via libera.

Prima casa: chi può pignorarla?

L’immobile di residenza può essere aggredito solo da creditori privati (persone fisiche, banche). Il Fisco, invece, può chiederne l’esproprio SE E SOLO SE il debitore è proprietario di altri immobili, e l’immobile in questione è annoverato tra quelli di lusso.

Quale tutela per il comproprietario?

In sede di udienza l’autorità giudiziaria deve decidere il passo da intraprendere dopo la notifica del pignoramento.

Generalmente ci sono tre opzioni: prima di predisporre la vendita all’asta, il comproprietario può pagare la somma pendente al creditore, ricevendo così, da parte del debitore, il trasferimento della sua quota del bene immobile.

In alternativa questo può essere venduto all’asta, ed il ricavato utilizzato per saldare il creditore e, contestualmente, pagare al comproprietario la sua quota originaria del bene.

Qualora sia possibile, invece, l’immobile sarà suddiviso tra i comproprietari ed impiegata solo la parte relativa al debito per rimborsare il creditore.

La redazione