Fare impresa significa spesso confrontarsi con doppie incognite
Non solo, infatti, i mercati sono sempre più “liquidi” e instabili, ma anche i rapporti con le fonti di finanziamento (leggi, gli istituti di credito) sono caratterizzati da insidie “a orologeria”. Anomalie correlate ai tassi d’interesse che si manifestano nel medio e lungo periodo, compromettendo gravemente l’esercizio dell’attività produttiva. Scenari inquietanti da cui non sono immuni neanche le banche più grandi e prestigiose.
A Latina, nei giorni scorsi, il Pm Claudio De Lazzaro ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente del CdA di Banca Sella, del responsabile area crediti, e dell’amministratore delegato. All’origine delle vicenda, la denuncia effettuata nel 2015 da un imprenditore di Nettuno. L’uomo alla fine del 2009 aveva ricevuto un finanziamento di circa 900mila euro, e riteneva che il tasso di interesse applicato fosse patologicamente alto. Alla segnalazione erano seguite le indagini della Guardia di Finanza e una consulenza tecnica.
La decisione del Pm è stata motivata dal fatto che i vertici dell’istituto non sarebbero intervenuti per evitare l’insorgere di tassi di interesse indebiti. A ciò si aggiunge che l’imputazione di usura bancaria avrebbe avuto come vittima un imprenditore.
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La redazione

La Corte Costituzionale si è recentemente pronunciata in merito con l’ordinanza n.192/2018, stabilendo che chi detiene un veicolo sottoposto a ganasce fiscali è comunque tenuto a pagare le tasse automobilistiche. Le ragioni del provvedimento sono da ricercare nelle differenze esistenti tra fermo amministrativo e fermo fiscale.
Il colpo di spugna risolutorio, il più delle volte destinato a restare un sogno, entro fine anno si trasformerà in realtà. Infatti, al 31 dicembre 2018 i debiti “nati” tra il 2000 e il 2010 saranno cancellati in automatico. Non è quindi necessario che il contribuente presenti una richiesta ad hoc ad Agenzia delle Entrate Riscossione.