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Notizie

Mutuo usurario: la legge chiude gli occhi…ma Federitalia vigila

È proprio il caso di dirlo. Un mutuo, a volte, accorcia la vita. Anche letteralmente. Così, una coppia di Modena, dopo aver richiesto un prestito per far fronte alle spese domestiche, si è ritrovata incatenata a un mutuo con annessa ipoteca sull’immobile.
 
Infatti, già una sola rata pagata in ritardo ha fatto lievitare il tasso d’interesse, che è arrivato al 4,566% (a fronte della soglia di usura del 4,380%). Supportata da Federitalia, un’associazione impegnata da anni sul tema degli illeciti bancari, la coppia ha presentato un esposto contro i dirigenti della filiale dell’istituto di credito a cui si era rivolta. 
 
Tuttavia, il pm ha liquidato la segnalazione bollandola come squisitamente esplorativa «del tutto priva di valore», anche perché non firmata. Dal canto suo, Federitalia non si arrende e ha già annunciato di voler fare opposizione all’archiviazione. Le indagini della Procura sarebbero state, a suo dire, inefficaci avendo essa analizzato «l’estratto conto trimestrale e le commissioni per il rinnovo del fido, nonostante, in questo caso, ci si trovasse di fronte a un mutuo di scopo».
 
 

Equitalia non ti abbandona mai. Neanche dopo la morte

La burocrazia è come una macchina. Se viene meno il buonsenso e la ragionevolezza dell’uomo nel gestirla, rischia di deragliare, con effetti ora agghiaccianti ora grotteschi. Emblematico, in questo senso, un fatto di cronaca reso noto nei giorni scorsi. A Latisana (Udine) Equitalia ha notificato una cartella esattoriale a un contribuente scomparso da anni, e nella cui casa, a settembre 2014, era stato trovato un cadavere.
 
Una storia di ordinaria solitudine metropolitana. Potrebbe essere riassunta così la vicenda di P.C., originario di Milano e praticamente solo al mondo. Da quello che risulta infatti, il suo unico parente era uno zio residente in Francia. Ancor prima di scomparire, l’uomo aveva quasi azzerato i contatti con il mondo esterno: la sua condizione di disoccupato aveva purtroppo favorito l’isolamento e, probabilmente, anche la depressione. 
 
Nessuno, tuttavia, si era preoccupato di bussare alla sua porta per chiedergli come stava. L’unica a essere impensierita da questa assenza, è stata l’Agenzia di Riscossione. Ma solo perché, con il tempo, si era accumulato un debito, costituito dalle numerose tasse non pagate.
 
Nel frattempo, il Ris di Parma deve effettuare gli esami richiesti dalla Procura della Repubblica per stabilire l’identità del cadavere. E riconoscergli, si spera quanto prima, il diritto a una degna sepoltura.
 
 
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Immobile (troppo) deprezzato? Niente vendita giudiziaria

Un’asta può rivelarsi, come si suol dire, un “rimedio” peggiore della malattia originaria. Sono infatti all’ordine del giorno i casi di sostanziale svendita dell’immobile a causa di un eccessivo ribasso del valore dello stesso. Questo perché, in genere, i primi tre-quattro tentativi vanno deserti. Morale della favola, gli aggiudicatari spuntano un importo inferiore del 30-40% se non addirittura del 60%, lasciando insoddisfatte sia le aspettative del creditore che quelle del debitore. 
 
Da qui l’esigenza di una legge, pubblicata in Gazzetta Ufficiale a novembre del 2014, finalizzata a bloccare anticipatamente l’asta, a causa della sua infruttuosità. «Quando risulta che non è più possibile conseguire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del presumibile valore di realizzo, è disposta la chiusura anticipata del processo esecutivo».
 
Perciò, nel caso in cui il valore dell’immobile sia “precipitato”, il debitore non lo perde, ma, di fatto, non può neanche uscire dalla lista dei cattivi pagatori
 
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