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Notizie

«Questi manichini sono fatti di carne. Quella di chi è stato suicidato dalla crisi»

Quando qualcosa non ci piace, o ci disturba, tendiamo a distogliere lo sguardo. Preferiamo girarci dall’altra parte, se messi difronte a qualcosa di “sgradevole”. Eppure una provocazione può essere uno shock salutare. Così l’imprenditore Luigi Sciancalepore, dopo la chiusura della sua azienda, ha iniziato la sua personale battaglia per mantenere viva la memoria collettiva. Periodicamente e previa autorizzazione, si presenta davanti al Tribunale di Varese accompagnato da manichini che simboleggiano imprenditori vittime della crisi, come lui.
 
Ripartire dove tutto è finito
Il luogo scelto non è casuale. È lo stesso che ha certificato il fallimento della Cremig, la sua impresa. Un tempo Luigi Sciancalepore lavorava anche con Ferrovie dello Stato, che gli doveva 250.000 euro. Il mancato incasso di questa somma ha significato debiti su debiti. «Iniziò tutto con 30mila euro, che poi sono diventati, in qualche anno, 440mila euro, notificati da Equitalia. E così ho chiuso e lasciato a casa, 12 dipendenti. Eravamo io, 4 segretarie, 7 operai, più altri 4 artigiani esterni». 
 
Un museo della crisi, per far rinascere la speranza
Manichini, cappi, lettere indirizzate ad Equitalia. Questi gli oggetti che compongono il “museo della crisi” itinerante messo su da Luigi Sciancalepore. Il suo approccio nei confronti del tema è chiaro: l’associazione che ha fondato si chiama “La Speranza”. E a chi gli chiede se gli sia mai balenato in mente il pensiero di farla finita, risponde: «mai. Farò di tutto, ma non mi toglierò mai la vita. Uno non può suicidarsi per  qualche migliaia di euro, la vita vale di più, è molto più cara, non bisogna suicidarsi, ma capisco chi lo fa».
 

 

Equitalia, i funzionari erano illegittimi. Che succede alle cartelle ricevute dai contribuenti?

La Corte Costituzionale ha deciso. Sono state dichiarate nulle le nomine di circa 700 dirigenti scelti senza preventivo concorso pubblico.
Che succede, a questo punto, alle cartelle che hanno sottoscritto? Il costituzionalista Enzo Cheli frena gli entusiasmi di chi sperava di non doverle pagare. Infatti, sottolinea, la sentenza non è retroattiva, in virtù del principio di conservazione degli atti della Pubblica Amministrazione. 
 
«Decaduti i dirigenti, non è detto che accada lo stesso agli avvisi di pagamento»
La Consulta «ha determinato l’annullamento del decreto che ha consentito le nomine extra concorso, ma non ha come conseguenza la nullità degli atti compiuti da questi funzionari», spiega. Perciò, avverte, le cartelle potranno essere contestate solo per vizi specifici.
 
L’inesistenza di un atto è un grave vizio. Impugnazione possibile sempre e comunque
D’altra parte, come ricorda Angelo Greco in un approfondimento pubblicato su La Legge per Tutti, la giurisprudenza definisce inesistente l’atto firmato da un soggetto privo di poteri. In tal caso si può procedere alla contestazione in ogni stato e grado di giudizio e anche d’ufficio. 
Perciò, ferma restando la dovuta prudenza, chi volesse ricorrere contro Equitalia, può consultare la bozza di eccezione disponibile sul sito La Legge per Tutti.
 

 

Usura, prescrizione non vuol dire assoluzione

Prosciolto dall’accusa di usura l’ex amministratore delegato di Banca Popolare Pugliese, Luigi Cataldi. Il reato è infatti caduto in prescrizione. Tuttavia, la parte civile, rappresentata da Luigi Di Napoli, non si arrende, e anzi annuncia di voler andare avanti. 
Sono stati “scontati” sette anni di anzianità, ai fini della prescrizione, impugnabile, e comunque riferita a un solo amministratore, spiega. Banca Popolare Pugliese è stata accusata di «aver preteso da me e dalle società da me rappresentate interessi fino al 292% annuo. L’istituto di credito, invece, è debitore verso di me e le mie aziende, di oltre tre miliardi di vecchie lire oltre alla rivalutazione ed agli interessi: circa venticinque miliardi di vecchie lire, insomma».
La prescrizione non chiude la vicenda per svariate ragioni, precisa Di Napoli. Tra queste, la natura del reato contestato, e la composizione del collegio che se ne è occupato.
 

 

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