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Cara casa, quanto mi costi? Viene da chiederselo, considerando che le spese sono spesso talmente salate da sconfinare nell’illecito bancario.
La buona notizia, però, è che aumenta il numero di persone che denunciano. Il merito è, almeno in parte, delle organizzazioni che le assistono.
Tra queste, l’Associazione Europea Consumatori Indipendenti di Feltre, che attualmente sta seguendo sette cause per mutui “infettati” da tassi usurari o spese di chiusura pratica improvvisamente lievitate.
«Anche se c’è stato l’illecito, non sempre la giustizia dà ragione al cittadino»
Un lavoratore di Ponte, ad esempio, ha ottenuto un risarcimento di 1.400 euro per un prestito da 10.000 estinto grazie al Tfr.
Conclusione diametralmente opposta per un altro caso, archiviato dal Tribunale di Belluno. «Assenza di dolo e, perciò, di reato», è stata la sentenza.
Stavolta sotto accusa era un mutuo di circa 20.000 euro, rimborsato con rate da 250 euro, fino a quando il tasso è balzato al 15% in seguito della fusione tra due banche. Il malcapitato aveva accettato ritenendo di non avere altra scelta.
D’altra parte, può succedere invece che l’istituto di credito decida di non erogare il finanziamento al richiedente. Questo è un suo diritto, ma comunque, specifica la Legge per Tutti, nel rispetto del cliente.
Rientra in tale definizione non solo chi ha già un rapporto in essere con la banca, ma anche chi sta portando avanti delle trattative.
A vigilare, l’Arbitro Bancario e Finanziario (ABF), che ha riconosciuto il diritto al risarcimento se il consumatore è stato indotto a credere che il mutuo sarebbe stato accordato. Questo perché, evidentemente, tale convinzione influisce sulle scelte programmate dall’aspirante mutuatario.
Nonostante Equitalia sia spesso implacabile con il cittadino, lacune e criticità del sistema sono sotto gli occhi di tutti. Così, alcune amministrazioni pubbliche stanno decidendo di sganciarsi da questa. Ad esempio il Comune di Pescia (Pistoia), che ha costituito al suo interno un gruppo per gestire le procedure di accertamento e riscossione del credito.
La task force dovrà quindi recuperare le imposte non versate e sollecitare i contribuenti insolventi a saldare i propri debiti. In ultima analisi, si occuperà di pignoramenti e vendite giudiziarie.
«Rinunciamo ad Equitalia, organismo che ha procedure spesso lente, farraginose e a volte scarsamente produttive. Iniziamo a gestire da soli il settore delle entrate, che sarà in questo modo centralizzato e sburocratizzato». Così Roberto Peria, Assessore alle Finanze del comune toscano. Una decisione, quella di Pescia, determinata, tra l’altro, dalla necessità di risanare i conti dell’amministrazione, attualmente in rosso.
La commerciante di Cuneo che aveva querelato il suo istituto di credito ora può tirare un sospiro di sollievo. Ha infatti ottenuto il blocco dell’asta che avrebbe liquidato merce e mobili per un totale di circa 250.000 euro.
La sospensione della vendita giudiziaria, prevista per legge, è indipendente dall’esito dell’inchiesta. Il procedimento scatta quando c’è una denuncia per illeciti bancari e la richiesta di accesso all’apposito Fondo di Solidarietà.
«Voglio soprattutto ringraziare Wally Bonvicini, presidente di Federitalia, grazie alla quale inizio a vedere una luce in fondo al tunnel nel quale da mesi sono precipitata. Quando un piccolo imprenditore, un cittadino comune che non fa altro che lavorare, scopre di essere in una situazione come la mia, non sa più dove sbattere la testa». Così ha commentato la commerciante.
Wally Bonvicini ha colto l’occasione per sollecitare chi ha subito illeciti bancari a rompere il muro di vergogna e silenzio. «Voglio fare un appello ai commercianti e agli imprenditori cuneesi, perché sono certa, purtroppo, che D. non è la sola ad avere questi problemi con le banche o con Equitalia. Parlare, denunciare, trovare e dare aiuto è l’unico modo per uscire da questo vicolo cieco che, non dimentichiamolo, è già costata la vita a molti imprenditori italiani».