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Notizie

Azienda salentina vittima di anatocismo ottiene risarcimento

La banca ti contesta il mancato pagamento degli interessi sul finanziamento ricevuto? Prima di versare la cifra richiesta, verifica che si tratti di interessi effettivamente dovuti, e non di un importo scaturito dalla capitalizzazione di interessi pregressi. Sì, perché in questo caso si tratterebbe di anatocismo, ovvero di una pratica illegittima, perseguibile per via legale. Questo è quanto ha fatto il calzaturificio salentino Adelchi, opponendosi alla Banca Nazionale del Lavoro, e vedendo finalmente tutelate le sue ragioni. Costretta al fallimento, oggi l’azienda è stata riconosciuta quale vittima, e le spetta un risarcimento di 7 milioni di euro.

Il racconto della vicenda è affidato all’Adubef (Associazione degli utenti servizi bancari e finanziari). «Il giudice, Annafrancesca Capone ha accolto la domanda avanzata nel novembre del 2009 da due aziende a noi associate, la Nuova Adelchi Spa e Calzaturificio Adelchi, che hanno ottenuto il riconoscimento dell’invalidità a titolo di nullità parziale del contratto di apertura di credito utilizzato con scoperto in conto corrente, particolarmente in relazione alle clausole di determinazione e di applicazione degli interessi ultralegali, di determinazione ed applicazione dell’interesse anatocistico con capitalizzazione trimestrale e all’applicazione della provvigione di massimo scoperto».

La vittoria di Adelchi è stata resa possibile grazie al ricalcolo delle indebite competenze bancarie sul finanziamento ricevuto in un periodo abbastanza lungo (dal 1982 al 2009). E la sentenza costituirà, da qui in avanti, un precedente per gli imprenditori che, trovandosi in una situazione di oggettiva difficoltà economica, grazie agli estratti conti che hanno conservato, potranno vedersi restituire cospicue somme di denaro.

Insomma, per aziende e privati cittadini, il consiglio è lo stesso. Nel dubbio che la banca stia richiedendo rate di rimborso del finanziamento troppo alte a causa di interessi inspiegabilmente lievitati, meglio controllare la relativa documentazione, e chiedere supporto a chi opera nel settore della tutela del consumatore. L’anatocismo è sempre in agguato, ma smascherarlo e sconfiggerlo non è più un miraggio. 

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Il fiasco annunciato dei Mutui Plafond Casa

Tutto fumo e niente arrosto. L’immagine, forse brutale ma di certo efficace, riassume perfettamente la storia dei Mutui Plafond Casa promossi dal Ministro Lupi e annunciati con grande enfasi e clamore mediatico lo scorso marzo, salvo essere cestinati all’indomani delle elezioni europee di maggio. L’ennesimo specchietto per le allodole confinato al cassonetto dell’immondizia non appena ha finito di avere una qualsiasi utilità.

Ma andiamo con ordine. I Mutui Plafond Casa erano destinati alle famiglie bisognose che altrimenti non avrebbero avuto molte chance di comprare un immobile. «Dal 5 marzo abbiamo voluto dare un segnale concretissimo alle famiglie che vogliono o ristrutturare la propria casa o acquistare la prima casa. Potranno andare presso gli sportelli bancari delle banche convenzionate e chiedere l’accesso al Plafond Casa». Questo l’annuncio del Ministro Lupi, certamente frettoloso e incauto che aveva “salutato” l’iniziativa.

Tuttavia, ben presto è stato chiaro che alle famiglie italiane nessun nuovo mutuo su immobile è stato concesso dopo l’avvio di questa misura. E addirittura in molti forum mutui gli utenti hanno raccontato che, a precise domande circa i Mutui Plafond Casa, le banche  si dichiaravano impossibilitate a fornire ulteriori informazioni. Eppure questi avevano sottoscritto un accordo con la Cassa Depositi e Prestiti, in virtù del quale quest’ultima sta concedendo liquidità.

Come se non bastasse, in alcuni casi le banche, pur confermando l’esistenza dei Mutui Plafond Casa, tentavano di dissuadere gli aspiranti mutuatari dal richiederli, sottolineando, al contrario, la maggiore convenienza dei mutui tradizionali. E ciò ha smentito totalmente i principi “ispiratori” dell’iniziativa. Infatti, come qualcuno ha rilevato, «questi mutui rispetto a quelli del mercato, devono essere più convenienti nei fogli informativi; ovvero essenzialmente sulla carta! In pratica quindi, è sufficiente che i fogli informativi dei prodotti analoghi della stessa banca riportino un tasso maggiore dei fogli informativi dei Mutui Plafond Casa, perché i dettami di legge sono rispettati. Non è un problema, le banche possono scrivere qualsiasi tipo di tasso nei fogli informativi, purchè si rispetti il tasso di usura. I fogli informativi infatti, secondo le norme di trasparenza bancarie, contengono i “tassi massimi applicabili” all’offerta e le banche li inseriscono appositamente straordinariamente più elevati rispetto all’offerta effettiva per poterli poi negoziare a ribasso con la clientela durante le normali contrattazioni allo sportello o tramite rete di intermediazione secondo le esigenze e le strategia di vendita via via definite».

 

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Ancona, l’usuraio della porta accanto colpisce ancora

Lo stato di necessità materiale rende estremamente vulnerabili le persone. Capita così che istituti di credito – e non solo – se ne approfittino. Spesso l’usura assume le sembianze di un vicino di casa che consideravamo amico, o di un collega di cui ci fidavamo e a cui, incautamente, abbiamo confessato di avere un disperato e immediato bisogno di liquidità. E’ accaduto anche a Jesi (Ancona), dove un pensionato e il genero “si offrivano” di prestare denaro a imprenditori e privati a un costo salatissimo. I tassi d’interesse, praticamente usurari: si toccava infatti la soglia del tremila percento. Il tutto condito con intimidazioni di vario genere e minacce di morte. Gli uomini sono ora indagati per concorso in usura ed estorsione.

L’ammontare complessivo di cui si sarebbero impadroniti è di 200.000 euro, e sarebbe frutto di tassi usurari lievitati dal 100 al 500 per cento. I due sostengono che i tassi d'interesse erano regolari, e che talvolta non avrebbero neppure ricevuto il rimborso della somma prestata.

La vicenda, già di per sé drammatica, assume contorni ancora più inquietanti, considerando che era nel giro anche un bancario, che avrebbe fornito al duo informazioni riservate circa il momento finanziario di difficoltà di alcuni clienti dell’istituto di credito.

Il processo, che inizierà il prossimo 26 marzo, è scaturito da un’indagine iniziata nel giugno 2013, dopo che il pensionato e il genero erano stati filmati dalla Guardia di Finanza intenti a ricevere denaro da alcuni malcapitati, e quindi colti in l. Otto le parto offese, di cui appena la metà si è costituita parte civile. Ancora forte, purtroppo, il "tabù" e il senso di vergogna che colpisce le vittime di usura.

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