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Prestiti personali, basta banche. Arriva il social lending!

Hai bisogno di un finanziamento ma non vuoi più avere niente a che fare con gli istituti di credito? Il social lending (in italiano: prestito tra privati) può essere la soluzione. Infatti, dopo essere “sbarcato” nel nostro Paese qualche anno fa, si è diffuso a tal punto, da essere diventato un modello finanziario con caratteristiche ben definite.

Le ragioni del successo del social lending sono molteplici. Tanto per cominciare, ciascuno decide liberamente come investire i propri soldi e si possono richiedere prestiti per qualsiasi progetto. Inoltre, i tassi applicati sono in media più bassi del 2% rispetto a quelli bancari, in quanto creditore e contraente entrano in contatto diretto grazie a Internet, azzerando le spese di intermediazione. Così, chi mette a disposizione la liquidità ottiene un guadagno soddisfacente, e chi la riceve non sostiene gli onerosi costi che richiederebbe una banca.

Ma come funzione il prestito tra privati? Il servizio viene erogato da società accreditate, vigilate da Banca d’Italia, che comunque hanno predisposto un sistema per tutelarsi dall’eventuale insolvenza dei debitori. Questi ultimi inoltre, al momento in cui presentano richiesta, sono classificati in base al livello di affidabilità, come fanno le banche. Perciò, se l'indice è basso, gli interessi salgono, in modo da ricompensare in proporzione il rischio assunto da chi ha messo a disposizione la liquidità.

Il tasso da applicare è fissato attraverso una sorta di asta on line. Quindi, chi presta il denaro indica la percentuale di guadagno che intende ottenere, e attraverso questo meccanismo si può ottenere un prestito in tempi abbastanza brevi. I creditori non conoscono il nome del debitore, ma possono visualizzare on line tutti i dettagli relativi al suo progetto. L’aspetto emozionale, insomma, resta centrale quando si parla di social.

Quali sono gli operatori del settore in Italia? Zopa è stata la prima, e, dopo la sospensione da parte di Bankitalia ha riaperto con il nome di Smartika, cui si è aggiunta, due anni fa, Prestiamoci, di cui parleremo nei prossimi giorni nella seconda parte del nostro approfondimento. 

Imprese, solo una su cinque ottiene il finanziamento dalla banca

Tassi usurari, azienda chiede risarcimento di 30 milioni di euro

L’usura bancaria è, nel nostro Paese, una specie di storia infinita. Una piaga ancora difficile da sradicare, nonostante diciotto anni fa sia stata anche introdotta una legge apposita. Spesso quindi valgono a poco, in concreto, gli indici pubblicati periodicamente allo scopo di definire il valore soglia oltre cui deve scattare l’allarme. Fortunatamente però, la tenacia di tanti piccoli e medi imprenditori che non si rassegnano a essere schiacciati dalle banche comincia a dare i suoi frutti.

E’ di questi giorni la notizia della vittoria in sede legale di un'azienda conserviera campana costretta a chiudere tredici anni fa, a causa delle richieste (simultanee) di rientro del debito provenienti da 12 istituti di credito

L’impresa aveva subito tassi d’interesse molto più salati del dovuto, ed era quindi stata costretta al default. Però, grazie alla Kipling, società pugliese che offre consulenza e procedure informatiche di valutazione dei tassi, ha ottenuto, almeno in parte per il momento, giustizia. Il funzionario di un istituto di credito nazionale è stato infatti condannato a un anno e due mesi di detenzione.

«Si tratta di un tema delicato e il caso in questione è molto particolare e non è certo possibile generalizzare. Sono tanti gli imprenditori che ritengono di aver dovuto pagare tassi usurai, ma ogni caso fa storia a sé e va valutato con attenzione». Così ha commentato la vicenda il titolare di Kipling Francesco Leo.

Ora la vicenda sarà discussa in sede civile, per definire il risarcimento della parte lesa, stimato per 34 milioni di euro. Intanto, si attende di capire quale trattamento sarà riservato agli altri 11 istituti di credito.

Gli interessi di mora determinano i tassi usurari

Debt agency italiane, la testimonianza di Primo Soccorso Debiti

Quando affronta le società di recupero crediti Primo_Soccorso_Debiti, il cittadino si sente come Davide contro Golia 

Il sistema creditizio gode infatti di poteri molto ampi, a fronte di una scarsa regolamentazione. Così, sono nate le debt agency, a cui si rivolgono le persone indebitate per pattuire una sorta di compromesso con Fisco, banche e finanziarie, in modo da estinguere il proprio debito pagando solo una quota di quanto dovuto.

Le debt agency sono “sbarcate” in Italia relativamente di recente, ma sono una realtà ormai consolidata nei Paesi anglosassoni e nel resto del mondo. Attualmente ne esistono moltissime, tra cui Primo Soccorso Debiti, che si distingue per la professionalità e l’approccio umano adottato verso i casi trattati.

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«La nostra esperienza è iniziata nel maggio 2013 come Soccorso Debiti Srl, ma in realtà, sotto forma di azienda, eravamo operativi già da dicembre 2012», racconta Riccardo Scimone, Presidente e Amministratore Delegato di Primo Soccorso Debiti

«Siamo partiti come Soccorso Debiti Milano distinguendoci dai concorrenti, perché abbiamo ritenuto sin da subito importante incontrare fisicamente le persone che si rivolgevano a noi». Le altre debt agency,invece, raggiungono tutta Italia operando principalmente tramite call center.

Soccorso Debiti Milano aveva deciso di legarsi al capoluogo lombardo già con il proprio nome, per dimostrare di agire eticamente, e quindi garantendo serietà. Basti pensare che la debt agency di Riccardo Scimone offre anche supporto psicologico ai propri clienti, attraverso una convenzione con uno studio di professionisti del settore. «Ci siamo accorti che le persone che ci contattano sono spesso frustrate dalla situazione che vivono. E noi, avendo lavorato nel mercato finanziario e immobiliare, conoscevamo già questo tipo di problematica». 

Il punto della questione è infatti che, nella stragrande maggioranza dei casi, chi si rivolge alle debt agency sono persone che si sono sovra indebitate, e che sono state fatte indebitare. In questo senso, quindi, gli operatori di credito hanno una buona fetta di responsabilità.

Attualmente Primo Soccorso Debiti, pur mantenendo il principio del face to face, sta ampliando il proprio raggio d’azione in Emilia Romagna, e portando avanti una serie di collaborazioni con uffici legali. Ad oggi, la debt agency si è occupata di circa 100 casi, più del 60% dei quali di persone vittime di sovra indebitamento.

Alcuni hanno espresso dubbi e critiche nei confronti delle agenzie del debito, che spesso promettono ai clienti la cancellazione dalle banche dati cattivi pagatori con toni fin troppo ottimistici. «Effettivamente alcune usano toni piuttosto sensazionalistici», precisa in conclusione Scimone

«Ad esempio parlando dell’annullamento del 70% del debito, che si può ottenere a volte, ma che non rappresenta certo la generalità dei casi. Per quanto riguarda invece la Crif, si può ottenere la rimozione del nominativo in tempi relativamente brevi, solo se la segnalazione è avvenuta in modo anomalo e solo se, ovviamente è stato saldato il debito».

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Da redazione 

 


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