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Presunta usura, la procura indaga su filiale Monte dei Paschi di Siena

Oltre il danno la beffa. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le vittime della crisi economica, strangolate da un sistema che a volte non perdona. Basta pensare a quante persone sono morte negli ultimi anni, lasciando in “eredità” a figli e parenti il difficile compito di “chiudere i conti” in sospeso con le banche.

Per fortuna però, a volte “piccole notizie” dimostrano che mettere in discussione il sistema è possibile oltre che necessario, anche come “risarcimento morale”. E’ il caso dell’inchiesta per sospetta usura aperta dalla Procura di Mantova nei confronti della banca Monte dei Paschi di Siena.

A presentare l’istanza è stato Battista Zanafredi, abitante di Castelbelforte e figlio di Giovanni, direttore del Consorzio Agrario che tra il 1996 e il 2001 aveva sottoscritto due mutui ipotecari, l’ultimo dei quali non era riuscito a estinguere per motivi di salute. Dopo la morte gli erano subentrati due figli, uno dei quali è appunto Battista. E proprio lui ha rilevato che «i versamenti che effettuavo anziché andare a pagare i ratei di mutuo scaduti, venivano imputati dalla banca a pagamento di debiti derivanti dal conto corrente». Intanto nel 2011 Monte dei Paschi ha pignorato l’immobile indicato a garanzia del mutuo e lui, insospettito dalle cospicue somme pretese, si è rivolto a una società di consulenza. Ed è stata questa ad analizzare il rapporto contabile del periodo compreso tra il 2001 e il 2011, rilevando tassi di presunta usura. 

Niente capitalizzazione degli interessi per mutui con ammortamento alla francese

Un mutuo con ammortamento alla francese non comporta la capitalizzazione degli interessi. E’ quanto affermato dal Unico dott. Stefano Caramellino (Tribunale di Siena) in una sentenza del luglio scorso. All’interno di questa si specifica infatti che, per un mutuo  collegato a tale metodo di ammortamento, la quota di interessi  relativa a ciascuna rata è calcolata sulla base del capitale residuo, a sua volta decrescente.

Il mutuatario estingue quindi gli interessi a suo carico di volta in volta, e cioè con il pagamento di ciascuna rata, in conformità con quanto stabilito dall’articolo 1193 c.c. La quota di capitale da restituire si riduce quindi in misura equivalente alla differenza tra gli interessi e l’ammontare della rata pattuito nel contratto. 

La Campania è la regione con la maggiore presenza di reati di usura

Tra la fine del 2011 e lo stesso periodo del 2013, fa sapere l’Ufficio studi della CGIA, la diminuzione degli impieghi bancari alle famiglie e alle imprese è stata di quasi 100 miliardi di euro: precisamente 97,2 miliardi. Se le prime hanno subito una contrazione di 9,6 miliardi (- 1,9%) , le seconde hanno registrato una flessione pari a ben 87,6 miliardi di euro (-8,8%).

Si evince che nelle aree dove c’è più disoccupazione, alti tassi di interesse, maggiore sofferenze, pochi sportelli bancari e tanti protesti, la situazione è decisamente a rischio. Ebbene, rispetto ad un indicatore nazionale medio pari a 100, la situazione più critica si presenta in Campania: l’indice del rischio usura è pari a 164,3 (pari al 64,3% in più della media Italia), in Calabria a 146,6 (46,6% in più rispetto alla media nazionale), in Abruzzo si ferma a 144,6 (44,6% in più della media Italia), in Puglia a 139,4 (39,4% in più della media nazionale) e in Sicilia il livello raggiunge quota 136,2 (36,2% in più della media Italia). Mentre la realtà meno “esposta” a questo fenomeno è il Trentino Alto Adige, con un indice del rischio usura pari a 51,8 (48,2 punti in meno della media nazionale). Anche la situazione delle altre 2 regioni del Nordest è abbastanza rassicurante: il Friuli Venezia Giulia, con 72,2 punti, e il Veneto, con 73,1 punti, si piazzano rispettivamente al penultimo e terzultimo posto della graduatoria nazionale del rischio usura.

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