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Notizie

Può essere pignorato l'assegno di disoccupazione?

Chi contrae debiti, generalmente, è in una situazione di difficoltà economica

Pignoramento-NaspiCosì, può capitare che, ad un certo punto, riceva aiuto da parte dello Stato (reddito di cittadinanza, assegno di disoccupazione). Che succede, allora? Il creditore è legittimato a rivalersi nei confronti del debitore pignorando una quota di questi importi?

La risposta in linea teorica è sì, ma devono sussistere determinate condizioni. La legge, infatti, come contraltare al diritto del creditore di essere risarcito, stabilisce il diritto del debitore a condurre un’esistenza dignitosa,  che consiste nel soddisfacimento dei bisogni primari. Questi ultimi sono legati a doppio filo all’assegno sociale, il cui ammontare viene ricalcolato ogni anno in base alle variazioni del costo della vita (attualmente è di 468 euro).

L’assegno di disoccupazione Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) può quindi essere espropriato, ma senza intaccare il cosiddetto limite vitale. Ecco in che modo si calcola.

Se il pignoramento è successivo all’accredito della Naspi, il creditore può pignorare solo l’eventuale eccedenza rispetto al triplo dell’assegno sociale, vale a dire ciò che resta dopo aver decurtato idealmente 1.400 euro.

Qualora invece la richiesta di pignoramento sopraggiunga prima dell’accredito della Naspi, la quota intoccabile è pari ad una volta e mezzo l’assegno sociale (700 euro circa)

La redazione

 



 


Fermo amministrativo: è possibile usare la macchina?

Le conseguenze dei debiti sulla vita quotidiana

Poi però, qualche giorno fa, in modo puramente casuale, hai scoperto che al PRA è stato iscritto un fermo amministrativo sulla tua macchina. E il debito che gli ha dato “vita” è decisamente robusto. Risale ad una cartella esattoriale vecchia di anni che, tra un imprevisto quotidiano e l’altro, avevi dimenticato di contestare/impugnare.

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Adesso però, l’unica domanda che si agita nella tua mente è: “c’è qualcosa che posso fare per guidare la macchina senza rischiare altre sanzioni?”

La buona notizia è che la risposta è affermativa. Puoi continuare ad utilizzare il veicolo, a patto di bloccare le ganasce fiscali. E per farlo, devi “scendere a patti” con l’ente riscossore. In poche parole, è necessario chiedere di rateizzare il debito, ottenere il via libera, e pagare ALMENO la prima tranche dell’importo originario. Passaggio fondamentale affinchè la sospensione del fermo vada a regime, è che tu, contestualmente, comunichi al Pubblico Registro Automobilistico l’avvenuto versamento.

La redazione



 


Reddito e pensione di cittadinanza: Inps si pronuncia su pignorabilità

Che succede se un contribuente in gravi difficoltà economiche contrae un debito? E di converso: il creditore può accampare qualche diritto nei suoi confronti?

A pronunciarsi in merito è stato l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Attraverso il messaggio n. 341 del 24 gennaio 2022, l’ente ha spiegato che, qualora sia notificato il pignoramento del reddito o della pensione di cittadinanza presso una delle sue sedi locali, è necessaria la cosiddetta dichiarazione di terzo (resa, in questo caso, proprio dall’Inps).

Di cosa parliamo quando parliamo di RdC e Pdc

Il reddito di cittadinanza è una forma di sostegno economico indirizzata alla promozione di politiche attive del lavoro e di contrasto alla povertà. Concorre all’integrazione del reddito familiare.

La pensione di cittadinanza è dedicata, invece, ai nuclei costituiti solo da persone over 67, e quelli in cui gli over 67 convivano esclusivamente con soggetti non autosufficienti o gravemente disabili di età inferiore. 

Il messaggio Inps n. 341 del 24 gennaio 2022 sancisce che RdC e PdC sono misure di sostegno economico caratterizzate da impignorabilità assoluta, in quanto rientrano nei cosiddetti sussidi a favore dei soggetti inclusi nell’elenco dei poveri. L’Istituto di Previdenza si è richiamato così all’articolo 21 della Legge di Stabilità 2022.

Sono ascrivibili alla suddetta tipologia di sussidi anche l’assegno di maternità, malattia o funerale erogati da assicurazioni, enti benefici o assistenziali. Ne sono esclusi, invece, gli assegni di mantenimento successivi alla separazione giudiziale, l’assegno di divorzio, e quello relativo al mantenimento dei figli.

La redazione


 


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