Fermo amministrativo e pignoramento dei beni per chi non paga la retta scolastica

Diritti e doveri in democrazia sono due facce della stessa medaglia

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Usufruire di un servizio di pubblica utilità implica un patto che vincola due parti. L’erogatore deve garantire affidabilità, puntualità e professionalità nell’esercizio delle sue mansioni, mentre il beneficiario è tenuto a corrispondere l’importo necessario a r
ipagare la prestazione ottenuta e salvaguardarne la continuità. Quando l’ingranaggio s’inceppa, le conseguenze negative si manifestano rapidamente e “a cascata” compromettendo l’intero sistema. 
 
Nella maggior parte delle famiglie lavorano entrambi i genitori, e dunque bisogna avvalersi di un servizio esterno che garantisca la cura e il supporto educativo ai bambini. Spesso gli enti locali s’impegnano direttamente in tal senso, fornendo attività ad hoc in fasce orarie predete
rminate. Che succede però quando una vasta platea di nuclei non corrisponde la retta prevista per un medio-lungo periodo?
 
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Inevitabilmente il servizio viene compromesso, in quanto nel “motore” del soggetto erogatore viene a mancare la “benzina” necessaria ad innescare il “movimento”. Così, saltano gli stipendi degli operatori scolastici, bisogna rinunciare alla manutenzione degli edifici … e chiudere un occhio (a volte anche due) sulla qualità del cibo disponibile in mensa.
 
Questo lo scenario che sta cercando di scongiurare il Comune di Sedriano (Milano), sebbene il metodo scelto abbia suscitato le perplessità di qualcuno. Secondo la ricostruzione de Il Giorno, il sindaco Angelo Cipriani ha infatti annunciato che, le famiglie che non salderanno le rette scolastiche ormai scadute, subiranno la procedura coattiva di recupero dell’importo pendente. L’ente preposto, ovvero Area Riscossioni di Cuneo, sarà infatti autorizzata a intervenire apponendo le ganasce ai veicoli dei debitori, che quindi subiranno il fermo amministrativo, e, in ultima ipotesi, mediante il pignoramento dei beni. 
 

Un credito diventato una voragine

Le rette scolastiche non incassate nel periodo compreso tra il 2006 e il 2017 ammontano a circa 140mila euro. L’importo fa riferimento alle attività pre e post lezioni e al servizio di mensa. L’amministrazione comunale di Sedriano ha reso noto che già in precedenza le famiglie che non avevano pagato erano state raggiunte da molteplici solleciti, e il recupero forzoso era stato intrapreso 9 anni fa, per poi continuare durante la fase di commissariamento dell’ente. 
 
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Visti i deludenti risultati registrati da Equitalia, il servizio di recupero dei crediti pendenti era stato affidato alla società Duomo; dopo che questa è stata messa in liquidazione, l’amministrazione di Sedriano ha indetto un nuovo bando, che si è aggiudicatovinto da Area Riscossioni.  
Inevitabilmente i continui passaggi di consegne hanno influito non solo sulle tempistiche necessarie a calcolare a quanto ammontasse effettivamente il credito dell’ente, ma anche sulla scelta degli strumenti tramite cui intervenire.
 

“Non tutti i debitori sono uguali”

L’amministrazione di Sedriano ha dichiarato di essere ormai materialmente impossibilitata a continuare a garantire i servizi scolastici in assenza dei fondi corrisposti dalle famiglie. Tuttavia, precisa l’Assessore al Bilancio Elisabetta Alì, le procedure di riscossione coattiva non verranno intraprese indistintamente e meccanicamente. 
 
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Il Comune starebbe infatti operando congiuntamente con i servizi sociali per individuare quali siano i nuclei costretti loro malgrado a non pagare la retta. “Tutti gli altri”, conclude Elisabetta Alì, “dovranno pagare, fermo restando che cercheremo di venire loro incontro. Potranno infatti spalmare l’importo complessivo su più rate”. 
 
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La redazione