Fisco: il 2021 tra Ristori e sanatoria delle cartelle esattoriali

Nessuno è immune dai buoni propositi di inizio anno

Sanatoria-cartelle-2021Compreso il Governo, che, in collaborazione con Agenzia delle Entrate Riscossione, sta pensando di mettere mano ad una riforma del sistema fiscale all’insegna della chiarezza e accessibilità procedurale.

Gli interventi attualmente al vaglio sono: l’aggiornamento di aliquote e scaglioni Irpef, rendere obbligatoria la fatturazione elettronica (chiedendo, eventualmente, l’adesione anche da parte di chi applica il regime forfettario), e accantonare il meccanismo basato su saldi e acconti. Il nodo più difficile da sciogliere, ai fini di una riforma fiscale realmente efficace e rapidamente operativa è però l’estrema frammentazione delle agevolazioni riconosciute ai vari settori professionali in chiave anti-Covid19.

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Intanto, cresce l’attesa di media, opinione pubblica e contribuenti per il quinto Decreto Ristori, che dovrebbe dare il via libera allo stanziamento di una poderosa quantità di soldi pubblici (si parla di 25 miliardi), per contrastare/tamponare le ricadute della pandemia in atto.

Il provvedimento, secondo quanto anticipato dal viceministro dell’Economia Laura Castelli, dovrebbe introdurre anche una nuova sanatoria destinata ai cittadini/imprenditori indebitati con il Fisco, senza però mandare “in fumo” i circa 50 milioni di accertamenti fiscali messi in stand-by da marzo 2020.

Si pensa quindi ad una soluzione intermedia, che salvaguardi almeno in parte le esigenze dei contribuenti e quelle di Agenzia delle Entrate Riscossione, conciliandole. Ad esempio, cancellare i debiti maturati prima del 2015, in quanto ormai, praticamente, non più esigibili, per poi concentrarsi sulle pendenze originatesi tra il 2016 ed il 2020, applicando un discrimine tra quelle per cui è già stato emesso e inviato il relativo atto, e quelle congelate al momento stesso della “nascita”, in quanto coincidente con l’esplosione del Covid19.

Dunque, fare di tutto per scongiurare il dilagare di rabbia e malcontento da parte dei contribuenti - come pure il rischio di assembramenti determinati dalla necessità di ritirare gli atti fiscali – e, al tempo stesso, rimettere in moto, anche se a velocità ridotta, la macchina burocratica fiscale e la riscossione.

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La redazione