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Come difendersi dagli abusi degli istituti di credito?

Anatocismo e usura nei contratti bancari. Questo il tema del convegno che si terrà a Locri venerdì 13 maggio alle ore 16,30. L’iniziativa,patrocinata da Aiga in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, si svolgerà nella Sala Consiliare del Comune. 
Nello specifico, due saranno le macro-aree discusse:
- anatocismo bancario, rimesse solutorie e ripristinatorie, azione di ripetizione di indebito.
- l’usura nel contratto di mutuo e di apercredito
 
L’evento assume un particolare rilievo in questo momento. Il 15 aprile scorso infatti  è entrata in vigore la Legge 49/2016 di conversione del Decreto Banche, che ha modificato profondamente l’articolo 120 comma 2 del Testo Unico Bancario.
D’ora in avanti, quindi, la periodicità di liquidazione degli interessi sarà annuale, a fronte della precedente modulazione “libera”, che prevedeva il pagamento trimestrale o semestrale. Inoltre, il rischio di anatocismo torna concreto, con l’introduzione di un’eccezione al divieto di capitalizzazione degli interessi.
 

 

Falsificano la sua firma, e pensionata 80enne riceve cartelle per 500mila euro

Rubare l’identità di una persona è molto più facile di quanto si possa pensare. A volte non è neppure necessario utilizzare bancomat e carte di credito. Così, una pensionata ottantenne di Venezia si è vista recapitare una serie di cartelle esattoriali per circa 500mila euro. Qualcuno si era sostituito a lei, firmando con il suo nome o, più semplicemente, utilizzando sigle praticamente illeggibili. Fortunatamente, gran parte  dell’importo è ormai prescritto.
 
«La storia è cominciata nel 2015, quando la pensionata ha ricevuto un’unica notifica contenente la richiesta di pagamento di 518 mila euro per 45 cartelle non onorate tutte riferite a una tabaccheria che la donna gestiva in centro storico e che ha ceduto nel 1999. La prima richiesta di pagamento risaliva al 1988». A parlare è Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, l’associazione dei consumatori che ha seguito il caso. 
 
Sin da subito sono emerse macroscopiche anomalie, in quanto la pensionata non aveva ricevuto né firmato nulla, in precedenza. Interpellata, Equitalia ha esibito le 45 cartelle, e da lì non c’è voluto molto per ricostruire com’erano andati i fatti. Il debito è, peraltro, sostanzialmente decaduto. Tuttavia, spiega  Garofolini, «è doveroso andare a fondo sulla questione e sarà forse necessario procedere con una querela di falso contro ignoti».
 

 

Vedova, e con famiglia numerosa rischia sfratto. «Debito non arriva a 50mila euro»

La crisi colpisce senza distinzione di età, sesso, e condizione sociale.  Stavolta è toccato ad Anna O., avvocato marchigiano che risiede in Veneto. Mamma di nove bambini (e il decimo è in arrivo), è rimasta vedova, dovendo fronteggiare, oltre al dolore per la perdita del compagno, gravi difficoltà economiche. Infatti, Equitalia intende pignorare la casa in cui vive con la famiglia per un debito che non arriva a 50mila euro.
 
Anna ha chiesto aiuto ad Agitalia, associazione specializzata in controversie bancarie, commerciali e tributarie, che l’ha rassicurata. «La prima casa non si può pignorare per debiti inferiori a 120 mila euro».
 
La donna ha scoperto di essere indebitata per puro caso, dopo aver effettuato l’accesso al sito dell’INPS per inoltrare la domanda relativa al bonus bebè. Infatti, nonostante un lavoro classificato da “libera professionista” è stata spesso impossibilitata a pagare tributi e tasse per poter sostentare i suoi figli. Dunque, si tratta di uno di quei casi in cui non c’è dolo.