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Segnalazione in Crif: rimozione dei dati e rimborso per società agrigentina

«In caso di illegittima iscrizione a una centrale rischi (Crif, Experian, CTC, Banca d’Italia) il consumatore non solo ha diritto a ottenere l’immediata cancellazione dei propri dati, ma anche al risarcimento dei danni». Questa, in breve, la pronuncia del Tribunale di Agrigento a proposito dell’ennesimo episodio di “incauta segnalazione” da parte di una banca.
 
Stavolta si è trattato della Bcc di Agrigento, che ha fatto “schedare” una società “colpevole” di aver pagato in ritardo una rata del mutuo. Il tutto, senza nemmeno inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno per comunicare quanto stava accadendo.
 
A questo punto l’istituto di credito dovrà provvedere al rimborso e anche al pagamento delle spese legali.
La sentenza del Tribunale agrigentino deriva evidentemente dal fatto che un’iscrizione in Centrale Rischi pregiudica pesantemente la reputazione di chi la subisce, sia che si tratti di un privato che di un’organizzazione. Infatti, tra le altre cose il provvedimento ha il potere di chiudere i rubinetti del credito e congelare lo svolgimento dell’attività professionale. Tuttavia, recentemente l’Arbitro Bancario e Finanziario (decisione 4140/15) ha stabilito che l’obbligo di preavviso di segnalazione alle banche dati private non sussiste, nei confronti delle persone giuridiche.
 

 

Vent’anni fa non versò i contributi. Oggi Equitalia le pignora pensione e Tfr

Stai per andare in pensione e non vedi l’ora di poterti godere il “prodotto” di tanta fatica? Non cantare vittoria troppo presto, perché potresti ritrovarti nella stessa situazione di una 64enne di Rimini. La donna, che risiede a Riccione, un mese fa si apprestava a concludere il suo quarantennale percorso professionale, quando ha avuto un'amara sorpresa.
 
«Equitalia vuol prendersi il mio Trattamento di Fine Rapporto e anche un quinto della mia agognata pensione per un debito “dimenticato”, anche dal Fisco, risalente a una ventina di anni fa». Così la contribuente, per cui è stata una doccia fredda scoprire che, all’origine di tutto, c’è un pignoramento presso terzi chiesto dall’Agenzia di Riscossione.
 
Negli anni Novanta la donna aveva dovuto, a malincuore, chiudere la sua fabbrica di tomaie a seguito del fallimento del committente “esclusivo”, il calzaturificio Bologna. Perciò non aveva potuto versare i 53.000 euro di contributi destinati ai propri dipendenti. Tuttavia non si era arresa alle avversità ed era andata a lavorare da Valleverde.  Purtroppo però, il passato le ha presentato il conto...
 

 

Equitalia: illegittimo deposito comunicazione di pagamento presso casa comunale

La forma è importante quasi più del contenuto. Perlomeno quando si tratta di comunicazioni relative ai debiti con l’Agenzia di Riscossione. A riprova di questo, nei giorni scorsi la Cassazione si è espressa nuovamente circa la procedura di notifica della cartella esattoriale. Così, ha definito scorretta la prassi di depositarla presso la casa comunale qualora il destinatario sia “irreperibile” (sent. n. 12005/2015 del 10.06.2015).

Equitalia demanda la notifica degli avvisi di pagamento alle Poste, che spesso però non destinano l’attenzione e la cautela necessarie ad atti delicati e importanti come questo. Infatti, qualora il contribuente sia assente al momento della consegna, in genere il plico viene, alquanto sbrigativamente, depositato presso la casa comunale. Ora si è invece stabilito che, in tal caso, è necessario provare a contattare l’interessato presso il luogo di lavoro, indipendentemente dal fatto che si tratti di lavoratore autonomo o dipendente. Questa è la procedura da seguire se il Comune di residenza coincide con quello in cui viene esercitata l’attività professionale.