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Qual è la procedura per contestare il fermo amministrativo?

Il “congelamento” dei beni può avere conseguenze disastrose sulla vita, privata e professionale, del contribuente. Se hai subito questa misura, prima di entrare nel panico, leggi qui. Infatti, puoi presentare ricorso. Ecco come procedere.
 
La contestazione del fermo amministrativo e del suo preavviso seguono procedure differenti in base alla natura del debito che le ha originate. Se l’importo dovuto deriva da imposte non pagate o dalle relative sanzioni, se ne occupano le Commissioni Tributarie Provinciali.
Se il credito è legato a multe o contributi non corrisposti, la competenza è del tribunale ordinario. Nello specifico, Giudice di Pace nel primo caso e Sezione Lavoro nel secondo.
 
Cosa succede, invece, se il fermo amministrativo è conseguente una serie di cartelle riguardanti, ad esempio, il mancato pagamento della TARSU e di multe stradali? Il debitore può contestarle separatamente, ciascuna presso la sede apposita, oppure, complessivamente, davanti al giudice ordinario. Quest’ultimo si occuperà quindi dei crediti di sua competenza inoltrando quelli legati alle imposte al giudice tributario.
 

 

Tribunale annulla istanza fallimento società. «Applicati tassi usurari»

Milano porta buone notizie a quanti, per l’incauto comportamento degli istituti di credito, si sono ritrovati con una sorta di cappio al collo. La dichiarazione di fallimento che, spesso, coincide con l’inizio della fine. Personale e professionale. Infatti la Seconda Sezione Civile del Tribunale del capoluogo lombardo ha rigettato il ricorso proposto da una delle principale banche italiane contro la Major srl, società operante nel settore dei servizi alla moda. Il debito di quest’ultima era lievitato di 15 punti percentuali in soli sei mesi. 
 
«La vicenda è semplice e terribile al tempo stesso: nonostante le mie aziende, continuino a generare utili da 4 anni, le banche continuano a cercare di ridurmi gli affidamenti fino all’estinzione totale. Particolarmente accanita si è dimostrata  una di queste, che mi ha chiesto il rientro immediato di un affidamento e senza fare le dovute verifiche sulla consistenza patrimoniale dell’azienda ha proposto istanza di fallimento». Così ha riassunto la vicenda Guido Dolci, presidente della società, in un’intervista ad Affari Italiani.
 
Il ricorso è stato respinto in quanto a sostegno del presunto credito non sono state fornite sufficienti prove. Tuttavia, spesso in passato le banche hanno ottenuto il decreto ingiuntivo unicamente sulla base di estratti conti non certificati, o comunque certificati ex art. 50 del Testo Unico Bancario, estremamente “sbilanciato” in loro favore. 
Siamo quindi davanti a una sentenza potenzialmente storica, che da qui in avanti potrebbe rappresentare un decisivo precedente a cui i cittadini potranno appellarsi, nella lotta all’usura bancaria
 
 

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Contributi previdenziali: dopo quanto si prescrive il credito di Equitalia?

Quando si ha a che fare con l’Agenzia di Riscossione, a fare la differenza sono i termini di prescrizione. Questi variano infatti in relazione alla natura del debito. Non sempre però i contribuenti sono adeguatamente informati. Sono quindi provvidenziali, in tal senso, le sentenze degli organi di giustizia. Recentemente è stata la Corte d’Appello de l’Aquila a pronunciarsi, cancellando una serie di cartelle esattoriali riguardanti contributi previdenziali per un totale di circa 10.000 euro. La sentenza è stata motivata dal fatto che erano decorsi i cinque anni previsti per la prescrizione di tale tipologia di importo.
 
La pronuncia della Corte d’Appello sconfessa la precedente decisione del Tribunale di Pescara, che aveva accolto le istanze di Equitalia.
«La nostra è una lungimirante battaglia in favore dei contribuenti con particolare attenzione delle fasce più deboli, pensionati, lavoratori dipendenti e piccoli imprenditori. Sono proprio queste categorie ad essere maggiormente tartassate dal fisco ed a pagare più degli altri gli effetti negativi dalla crisi economica». Così Giovanni D’andrea, Responsabile Regionale dell’associazione Codici d’Abruzzo.
 

 

“Cartelle pazze”: cosa fare per difendersi da Equitalia

 

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